05/06/2015, 00.00
ASIA
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Crociere "per patrioti" e basi aeree congiunte, si rinsalda l’alleanza anti-Pechino nel mar Cinese meridionale

Il governo vietnamita lancia una "crociera per patrioti", che prevede la circumnavigazione di isole contese con Pechino. Al prezzo di 800 dollari sarà possibile visitare le le Spratly ed effettuare una pesca notturna. Intanto le Filippine aprono al Giappone per l’uso delle basi militari. Tokyo potrebbe così contribuire al compito di pattugliamento dei mari in chiave anti-cinese.

Manila (AsiaNews/Agenzie) - Il governo vietnamita ha lanciato una speciale "crociera per veri patrioti", che prevede la circumnavigazione di alcune fra le isole più contese nel mar Cinese meridionale. Una decisione che contribuisce a riscaldare le già agitate acque della zona e destinata ad inasprire ancor più i rapporti con Pechino. Al prezzo speciale di 800 dollari, verso fine mese un gruppo di 180 cittadini potrà visitare parte delle isole che compongono l’arcipelago delle Spratly, fare immersioni e pesca notturna, godere del pesce prelibato che popola quei mari. 

La navigazione dovrebbe durate circa sei giorni e prevede la sosta in due atolli e altre due isolette delle Spratly, meglio note in Vietnam come Truong Sa, occupate per qualche tempo da Hanoi e tuttora al centro della controversia.

“Andare alle Truong Sa… è il viaggio della vostra vita” recita uno slogan promozionale in auge nel Paese, perché consente di “far rivivere l’orgoglio nazionale e il senso di cittadinanza”. Il mare blu e profondo “resterà impresso nei vostri cuori”. 

A dispetto dei legami fra i partiti comunisti di Cina e Vietnam e a fronte di un commercio bilaterale di almeno 60 miliardi di dollari all’anno, analisti ed esperti di politica internazionale concordano nell’evidenziare le crescenti divisioni fra Hanoi e Pechino. Una tensione esplosa in tutta la sua portata lo scorso anno e che ha riavvicinato il governo vietnamita agli Stati Uniti e alle Filippine. 

Manila intanto sta per stringere una nuova alleanza con Tokyo, che prevede la concessione e l’uso di basi militari sul territorio filippino per aerei militari e navi da guerra giapponesi. I mezzi dell’esercito del Sol Levante potranno così rifornirsi di scorte e carburante, contribuendo all’opera di pattugliamento dello spazio aereo e dei mari, nella zona al centro della contesa con Pechino. 

Il presidente filippino Benigno Aquino, in visita ufficiale a Tokyo, conferma che “abbiamo iniziato a discutere” con la controparte nipponica e che presto si potrebbe giungere all’accordo. Giappone e Stati Uniti potrebbero così dar vita a pattugliamenti congiunti del territorio, rispondendo in modo diretto alle politiche espansioniste della Cina e al progetto lanciato da Pechino che prevede la costruzione di isolette artificiali nei mari contesi. 

Da tempo Hanoi e Manila - che per prima ha promosso una vertenza internazionale al tribunale Onu, che non ha valore vincolante - contrastano con crescente vigore "l'imperialismo" di Pechino nei mari meridionale e orientale. Il governo cinese rivendica una fetta consistente di oceano, che comprende le Spratly e le Paracel, isole contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia (quasi l'85% dei territori).

A sostenere i Paesi del Sud-Est asiatico vi sono anche gli Stati Uniti, che hanno giudicato "illegale" e "irrazionale" la cosiddetta "lingua di bue" usata da Pechino per marcare il territorio, fino a comprenderne quasi l'80% dei 3,5 milioni di kmq. Inoltre, nel mar Cinese orientale vi è un fronte di scontro aperto fra Cina e Giappone, che si contendono il controllo delle isole Senkaku/Diaoyu. Un fronte di scontro che ha riaperto il gioco delle alleanze e che ha determinato un crescente avvicinamento fra Tokyo e Manila. L’egemonia riveste un carattere strategico per lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino, in un'area dell'Asia-Pacifico di elevato interesse economico e geopolitico.

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