29/07/2011, 00.00
CANADA-SIRIA
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Da cristiani mediorientali un appello perché a Damasco si usi il dialogo e non la forza

La richiesta viene dalla Alliance of Middle Eastern Christians (RCMO), organizzazione “civile, non politica” che raccoglie i suoi membri tra i 150mila cristiani mediorientali residenti in Quebec. No a qualsiasi interferenza esterna che miri a mantenere lo stato di tensione. Condanna per i “linguaggi incendiari” di persone residenti all’estero.
Montreal (AsiaNews) – Dialogo, ricerca della verità, rifiuto della violenza e di interferenze esterne: sono le vie attraverso le quali la Siria deve dare una risposta alla richiesta di riforme miranti a eliminare la corruzione e promuovere la libertà e i diritti naturali della popolazione. Lo afferma una dichiarazione diffusa dalla Alliance of Middle Eastern Christians (RCMO), organizzazione “civile, non politica” che raccoglie i suoi membri tra i 150mila cristiani mediorientali residenti in Quebec.

“La Siria – scrive la RCMO – sta soffrendo a causa di eventi dolorosi nei quali l’uso della violenza sta causando numerose vittime e feriti in seguito a dimostrazioni che chiedono riforme”. D’altro canto “coloro che mirano a innescare problemi, scontri civili e settari per trarre vantaggio dalle giuste e legittime richieste del popolo” possono vanificare quello spirito nazionale fatto di armonia tra componenti religiose e culturali, che ha sempre caratterizzato la Siria.

“Il ritmo crescente degli eventi, il crescente numero di vittime e l’uso di mezzi violenti invece del dialogo, hanno spinto la nostra Alleanza a esprimere un ‘grido di coscienza’ per rivolgere a tutti i nostri amati compatrioti di ogni differente affiliazione o gruppo un appello a rinunciare alla violenza e respingere qualsiasi tutela religiosa di qualunque provenienze per prevenire la diffusione di uno spirito di odio”.

L’Assemblea esprime poi la propria “condanna” per il “linguaggio incendiario usato da alcune persone da fuori della Siria, che sfruttano la loro influenza per diffondere spirito di divisione e superiorità in nome della religione e incitamenti alla disobbedienza invece di chiamare al dialogo, alla calma e al contenimento delle rivalità per assicurare sicurezza e stabilità all’interno della società”.

“La salvezza del popolo siriano, come di ogni altra comunità, può essere realizzata attraverso l’unità dei suoi membri, la coesistenza pacifica di tutte le sue componenti e da un dialogo aperto in spirito costruttivo”.

L’Alleanza,infine, “respinge ogni interferenza esterna negli affari interni siriani e qualsiasi forma di incitamento settario, sia da parte di governi che da entità e terze parti che mira solo a sfruttare la crisi per realizzare i propri interessi e mantenere o addirittura accrescere lo stato di tensione, causando maggiori perdite umane e materiali” e chiede al governo del Canada di “conservare la sua politica di imparzialità”.

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