17/06/2015, 00.00
ASIA - MEDIO ORIENTE
Invia ad un amico

Emergenza rifugiati: 73 milioni, mai così tanti dalla Seconda guerra mondiale

Secondo il Global Peace Index l’1% della popolazione mondiale è composta da rifugiati o sfollati interni. Dietro l’esodo il numero crescente di guerre e conflitti armati. Il costo totale delle violenze supera i 14mila miliardi, il 13% circa del Pil mondiale. La Siria è la nazione più violenta e pericolosa al mondo.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Nel mondo non si registrava un numero così grande di rifugiati o sfollati interni dalla conclusione della Seconda guerra mondiale, nel 1945, e le stime parlano di valori in continuo aumento. È quanto emerge da una ricerca elaborata da un centro specializzato in Australia e diffusa in questi giorni, secondo cui “circa l’1% della popolazione mondiale” - pari a 73 milioni di persone - ha dovuto abbandonare a forze le proprie case e le proprie terre. Dietro l’esodo vi sarebbe il numero crescente di guerre e conflitti armati, che negli ultimi quattro anni ha registrato una vera e propria escalation. 

Nel rapporto pubblicato questa mattina dall’Institute for Economics and Peace (Iep) e intitolato Global Peace Index, si legge che “una persona su 130 al mondo è al momento uno sfollato o un rifugiato”. La maggior parte di essi, spiega il direttore dell’istituto Steve Killelea, è vittima “dei conflitti in Medio oriente”. 

L’esperto e ricercatore definisce “sconcertante” il numero in Siria, dove circa 13 dei 22 milioni di persone sono al momento sfollati. 

Cresce anche il numero delle persone uccise in conflitto, che passa a 180mila del 2014 rispetto ai 49mila del 2010. In questo contesto, le vittime per terrorismo sono aumentate del 9% fino a toccare quota 20mila lo scorso anno. 

Sfollati, guerre e vittime del terrorismo hanno anche un impatto devastante sull’economia globale, con un bilancio complessivo di 14,3mila miliardi di dollari nel solo 2014 se si sommano omicidi, servizi di sicurezza, violenze e crimini a sfondo sessuale, combattimenti tuttora in corso. Per capire il valore dei numeri, spiega Steve Killelea, si tratta del “13,4% del totale del Prodotto interno lordo” mondiale ovvero “l’equivalente delle economie combinate di Brasile, Canada, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito”. 

Dalla ricerca emerge infine che l’Islanda è la nazione più pacifica al mondo, mentre la Siria è all’ultimo posto di questa speciale classifica, martoriata da guerra, violenze e fondamentalismo a sfondo confessionale. A livello regionale, il Medio oriente e il Nord Africa sono le aree più violente; nel 2014 esse hanno superato l’Asia del Sud, che nell’anno precedente (dati riferiti al 2013) era risultata la regione più pericolosa al mondo. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Cambiamento climatico: il Medio oriente potrebbe diventare un deserto
31/08/2018 12:05
I cristiani del Vicino Oriente e l’ideologia islamista
14/09/2011
Vescovo di Tiro: Cristiani in Libano divenuti minoranza nel loro Paese
16/02/2010
Centro Astalli: L’Italia è ospitale, ma occorre integrazione e la fine delle guerre in Medio oriente
18/09/2015
Demografia, crisi interna e guerra a Gaza: il Libano a rischio auto-distruzione
16/01/2024 11:06


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”