10/03/2022, 08.56
ASIA TODAY
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Emirati Arabi Uniti pronti a pompare più petrolio: giù i prezzi del greggio

Le altre notizie del giorno: sempre più oligarchi russi chiedono lo stop alla guerra in Ucraina. Giornalisti russi indipendenti fuggono in Georgia. Internauti cinesi appoggiano l’invasione russa. Scontro russo-nipponico su isole Curili. Scarcerati 200 lavoratori cambogiani del casinò NagaWorld.

EMIRATI ARABI UNITI-USA

In contrasto con il rifiuto dell’Opec e dell’Arabia Saudita, socio di maggioranza del cartello petrolifero, gli Emirati Arabi Uniti vanno incontro agli Usa e si dicono pronti a sostenere un aumento di produzione del petrolio. Dopo l’attacco della Russia all’Ucraina il prezzo del greggio è arrivato a 139 dollari al barile; con l’annuncio di Abu Dhabi è sceso a 112 dollari.

RUSSIA

Aumentano le dichiarazioni degli oligarchi russi contro la guerra in Ucraina. Dopo Oleg Deripaska, si sono pronunciati a favore della pace anche Evgenij Lebedev sul London’s Evening Standard (di sua proprietà), Mikhail Fridman di Alfa-Bank, Roman Abramovič, Evgenij Prigožin, Andrej Jakunin e l’uomo più ricco di Russia, l’uzbeko Ališer Usmanov.

GEORGIA

Giornalisti russi che hanno tentato di coprire in modo indipendente l’aggressione del Cremlino all’Ucraina si rifugiano in Georgia per sfuggire alla repressione del regime putiniano. Le autorità georgiane hanno rifiutato però l’ingresso ad alcuni di loro. Tbilisi non ha preso una posizione netta contro l’invasione russa, causando il risentimento di buona parte dei georgiani.

CINA-UCRAINA

La maggior parte dei post che circolano sui social media cinesi appoggiano l’invasione russa dell’Ucraina e le decisioni del capo del Cremlino Vladimir Putin. I critici in Cina denunciano però di non poter dire ciò che pensano.

GIAPPONE

Tokyo si è detta ieri contraria alla decisione russa di stabilire una zona di libero scambio nelle isole Curili meridionali, rivendicate dai nipponici dal 1945. Secondo il governo giapponese, la mossa di Mosca va contro gli accordi bilaterali tra i due Paesi per dare vita ad attività economiche congiunte sulle quattro isole.

INDIA

Iniziato lo spoglio per le elezioni statali, il Bjp (nazionalista indù) del premier Narendra Modi si avvia a mantenere il controllo dell’Uttar Pradesh, fondamentale nel voto nazionale del 2024. Sorpresa nel Punjab, con l’Aam Admi Party di Arvind Kejriwal (chief minister dell’area metropolitana di Delhi) dato ormai per vincente.

CAMBOGIA

Su pressione di Onu e Stati Uniti, le autorità cambogiane hanno rilasciato ieri 200 dipendenti del casinò NagaWorld, arrestate il giorno prima con l’accusa di aver violato le regole sul contrasto alla pandemia. Da dicembre i lavoratori protestano per avere salari più alti e la scarcerazione di 11 leader sindacali che sostenevano le loro rivendicazioni.

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