16/10/2022, 12.10
ECCLESIA IN ASIA
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Fabc50, il ‘viaggio virtuale’ delle Chiese nei Paesi dell’Asia

Dopo la giornata inaugurale all’incontro promosso a Bangkok dalla Federazione delle Conferenze episcopali la Chiesa di ciascun Paese ha presentato le gioie e le sfide della propria esperienza. Il card. Gracias: “L’esperienza dell’America Latina con il documento di Aparecida un modello per rinnovare e rivitalizzare la nostra esperienza pastorale in Asia”.

Bangkok (AsiaNews) - Un “viaggio virtuale” Paese per Paese in tutta l’Asia per ascoltare l’esperienza di ciascuna delle Chiese che compongono il grande mosaico della presenza cattolica all’interno del Continente che a detta di tutti oggi è il crocevia del futuro. Dopo la giornata inaugurale del 12 ottobre, la Conferenza generale promossa dalla Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc) in occasione dei suoi 50 anni è proseguita in questi giorni dando spazio alle relazioni di tutti e 29 i Paesi presenti con proprie delegazioni all’incontro che fino al 30 ottobre al Baan Phu Waan Pastoral Centre della capitale thailandese è chiamato a tracciare le linee per il cammino della Chiesa in questa grande regione del mondo.

Giovedì 13 sono stati i delegati di Sri Lanka, Pakistan, Bangladesh, Brunei, Nepal e delle comunità dei tre diversi riti dell’India (siro-malabaresi, siro-malankaresi e latini) a presentare le proprie esperienze. Venerdì 14 è stata la volta di Cambogia, Laos, Indonesia, Filippine, Thailandia, Timor Est, Core, Malaysia e Singapore. Infine ieri è toccato all’ultimo gruppo di Paesi: Giappone, Taiwan, Vietnam, Kazakistan, Kirgizistan, Mongolia, Myanmar e Hong Kong.

I rappresentanti di ciascun Paese - in sessione a porte chiuse - hanno evidenziato le preoccupazioni e le sfide affrontate dalla propria Chiesa e dalla propria comunità nazionale. Mostrando sostegno, preoccupazione e cercando di comprendersi gli uni dagli altri, tutti i delegati al termine di ogni giornata si sono ritrovati insieme a piccoli gruppi per individuare per sottolineare ciò che ha colpito ciascuno e può essere utile per il cammino di tutti. Al termine di queste tre giornate è stato p. Clarence Devadass, un sacerdote della diocesi di Kuala Lumpur in Malaysia, a proporre una sintesi raggruppando le risposte dei gruppi alle relazioni dei Paesi in quattro categorie principali: gioie, preoccupazioni, risposte della Chiesa e cambiamenti che la FABC può adottare.

E su questo – a partire da domani – incomincerà una nuova fase dei lavori: durante tutta la settimana la Conferenza generale rifletterà su queste realtà facendole dialogare con le riflessioni recenti del magistero, dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium all’enciclica Fratelli tutti, dalla Laudato sì alla costituzione Praedicate Evangelium che ha riformato la Curia romana. Si concentrerà sugli insegnamenti che la Chiesa in Asia deve accogliere per rispondere alle sfide che questo “viaggio viruale” ha evidenziato.

La Conferenza generale delle Chiese cattoliche dell’Asia si era aperta il 12 ottobre con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente della Fabc. Alla liturgia aveva fatto seguito la Cerimonia di apertura nell'Aula San Giovanni Paolo II. Qui è stato il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, a ripercorrere il cammino che ha portato alla convocazione di questo evento, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020 ma poi la pandemia ha costretto a rinviare di due anni. Il card. Gracias ha spiegato che il modello di riferimento sono state le Conferenze generali del Celam, organizzate dall’episcopato latino-americano e il documento di Aparecida, che ebbe l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio come grande ispiratore. “Ciò che ha aiutato il Sud America – ha spiegato Gracias - può sicuramente aiutare l'Asia. Ci siamo detti: una simile Conferenza non aiuterebbe forse le nostre Chiese in Asia a rinnovare e rivitalizzare la nostra spinta pastorale, affinché la Chiesa possa diventare ciò che il Signore la chiama ad essere? Una Chiesa vibrante che lavora per un'Asia migliore”.

L’inizio dei lavori era stato arricchito dalla presenza di ragazzi provenienti da 11 scuole della Thailandia che -attraverso narrazioni, musica, canti e danze - hanno raccontato la storia della fede cattolica nel Paese. Insieme a questo hanno mostrato la bellezza e la diversità dei popoli dell’Asia e il contributo che possono dare al mondo camminando insieme.

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