15/07/2014, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Gaza: sì di Israele e no di Hamas alla tregua proposta dall'Egitto. Salgono a 188 i morti nella Striscia

Questa mattina sono stati uccisi una donna a Rafah e un vecchio a Khan Younes. Nella notte l'aviazione israeliana ha compiuto 25 raid. Il 25% dei morti di Gaza sono bambini. Il governo di Netanyahu ha deciso stamane di accettare la tregua. Hamas rifiuta perché vuole anche la fine del blocco della Striscia, l'apertura del passaggio di Rafah e la liberazione di alcuni prigionieri.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Un cessate-il-fuoco, proposto dall'Egitto a Israele e ad Hamas è stato accettato stamane dal governo di Netanyahu e rifiutato dai militanti palestinesi già ieri. Ieri vi erano anche segnali che nemmeno Israele avrebbe accettato.  La tregua proposta dal Cairo doveva iniziare stamane alle 6. Stamane, comunque, un uomo e una donna sono stati uccisi a Gaza. La donna è stata uccisa a Rafah, vicino alla frontiera con l'Egitto; l'uomo, un vecchio, è stato ucciso a Khan Younes.

La loro morte è stata causata dai 25 raid che l'aviazione israeliana ha effettuato la scorsa notte sulla Striscia, in risposta ai razzi lanciati dai militanti di Hamas contro  le città del sud d'Israele.

In una settimana i raid israeliani hanno fatto 188 morti e oltre 1300 feriti. Fonti ospedaliere palestinesi affermano che il 25% degli uccisi sono bambini; l'Onu afferma che i due terzi degli uccisi sono civili. Dalla parte israeliana, in una settimana Hamas ha lanciato almeno 800 razzi, facendo molti danni e ferendo quattro israeliani, alcuni in modo grave.

La proposta di una tregua da parte dell'Egitto, ben vista dalla Lega araba e dagli Stati Uniti, è stata studiata dal governo israeliano fino all'adesione di questa mattina. Gli israeliani vogliono che la loro popolazione non debba vivere più sotto il tiro dei razzi che partono dalla Striscia. I raid di questi giorni dovevano dare un colpo decisivo alle postazioni missilistiche.

Hamas ha rigettato la proposta egiziana perché esige un accordo completo con Israele. L'organizzazione militante richiede la fine dei bombardamenti, ma anche la fine del blocco di Gaza, in atto dal 2006, l'apertura del passaggio di Rafah verso l'Egitto e la liberazione dei prigionieri arrestati di nuovo dopo essere stati rilasciati, in seguito all'accordo di scambio col soldato israeliano Gilad Shalit nel 2011.

 

 

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