06/02/2023, 12.11
HONG KONG-CINA
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Hong Kong, sicurezza nazionale: parte processo contro 47 democratici accusati per le primarie

Avrebbero complottato per rovesciare l’esecutivo cittadino. Entro tre mesi saranno giudicati i 16 che si sono dichiarati non colpevoli. Tutti rischiano l’ergastolo. Tra gli imputati figure di spicco come Benny Tai e Joshua Wong. Processo al magnate cattolico Jimmy Lai si terrà a settembre.

 

Hong Kong (AsiaNews) – Si è aperto oggi davanti a tre giudici dell’Alta corte il processo nei confronti di 47 attivisti arrestati a febbraio 2021 per aver organizzato o preso parte mesi prima alle primarie del fronte democratico.

Nel luglio 2020 il campo democratico ha svolto elezioni interne per scegliere i propri candidati alle legislative di settembre (poi rinviate). I 47 imputati sono alla sbarra con l’accusa di sovversione in base alla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino. Secondo l’accusa, mirando ad assicurare ai democratici 35 o più seggi al Legco (il Parlamento cittadino), gli organizzatori hanno “complottato” per rovesciare l’esecutivo all’epoca guidato da Carrie Lam.

Il procedimento non prevede una giuria: in deroga a 150 anni di storia dell’ex colonia britannica, il provvedimento sulla sicurezza permette che il caso sia ascoltato solo da giudici selezionati per questo tipo di reati. Entro i prossimi tre mesi saranno giudicati 16 imputati che si sono dichiarati non colpevoli. Fra loro, l'ex parlamentare "capelli lunghi" Leung Kwok-hung ha dichiarato alla corte che “non c’è alcun crimine da ammettere”.

Terminato il processo a questo primo gruppo – che comprende anche la ex reporter di Stand News , Gwyneth Ho – saranno giudicati gli accusati che hanno ammesso la propria colpevolezza, inclusi il giurista Benny Tai e il noto attivista Joshua Wong. Quattro attivisti testimonieranno invece per la pubblica accusa.

Tutti gli imputati rischiano l’ergastolo. Solo 13 di loro hanno ottenuto la libertà su cauzione e molti hanno trascorso quasi due anni in carcere.

Circa 200 persone si sono messe in fila davanti al tribunale per assicurarsi uno dei 39 posti a disposizione per la platea: altri 367 hanno potuto assistere da uno schermo adiacente alla sala delle udienze. Presenti anche diplomatici occidentali per osservare lo svolgimento del processo.

Davanti alla corte la polizia ha bloccato un sit-in di protesta della Lega dei socialdemocratici. Gli agenti hanno arrestato un esponente della storica formazione pro-democrazia, Dickson Chau, per essersi tolto la mascherina contro il Covid. La Hong Kong Free Press riporta che le autorità hanno rilasciato poi Chau, multandolo per aver violato le regole di prevenzione sanitaria.

L’altro giudizio di spicco per minacce alla sicurezza nazionale riguarda il magnate cattolico Jimmy Lai. Il 74enne tycoon filo-democratico è in prigione dal dicembre 2020. Sconta una condanna per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate ed è a processo per quattro imputazioni: due di aver cospirato per colludere con altri Paesi o “elementi esterni”; una di collusione con forze straniere; l’ultima di aver complottato per stampare, pubblicare, vendere, distribuire e riprodurre pubblicazioni “sediziose”.

Le autorità hanno posticipato il processo a settembre dopo che l’esecutivo cittadino ha impugnato la decisione di Lai di affidarsi a un legale straniero.

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