09/11/2022, 12.13
HONG KONG-CINA
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Hong Kong: giovani democratici ‘rieducati’ in prigione

Sottoposti anche a sessioni di addestramento militare. “Lavaggio del cervello” come agli uiguri dello Xinjiang e ai cattolici cinesi non allineati al Partito comunista cinese. Educazione patriottica obbligatoria nelle scuole della città. Legge sulla sicurezza: piccola vittoria legale per il magnate cattolico Jimmy Lai.

Hong Kong (AsiaNews) – Giovani filo-democratici in prigione per le proteste del 2019 sono obbligati a seguire sedute di “educazione patriottica” e sessioni di addestramento militare. Come osserva Radio Free Asia, per le autorità cittadine pro-Pechino sono minori con “vedute ideologiche estreme” da rieducare.

In sostanza è lo stesso trattamento che secondo l’ufficio del Commissario Onu per i diritti umani la leadership cinese riserva agli uiguri e alle altre minoranze musulmane dello Xinjiang, accusate di terrorismo e separatismo. E non è differente dal “lavaggio del cervello” a cui sono spesso sottoposti vescovi e sacerdoti cattolici per spingerli ad aderire alla Chiesa “ufficiale”, controllata dal Partito comunista cinese.

Tre anni fa il movimento democratico di Hong Kong aveva dato vita a dimostrazioni di massa contro l’adozione di una legge che avrebbe permesso l’estradizione giudiziale in Cina. Le proteste si sono poi ampliate, includendo la richiesta del suffragio universale e di un maggiore controllo popolare sull’operato dell’esecutivo.

Secondo dati forniti dal governo cittadino, tra le decine di migliaia di persone arrestate più di 1.000 avevano meno di 18 anni. Il 31 agosto il segretario alla Sicurezza Chris Tang ha riferito al Legco (il Parlamento della città) che la procura ha perseguito penalmente 517 minori fermati in relazione ai moti del 2019.

Oltre all’obbligo di marce ed esercizi militari, i giovani in custodia devono seguire lezioni di “educazione civica e morale” e di sicurezza nazionale. Sono programmi didattici imposti anche agli studenti delle scuole primarie e secondarie, e agli universitari, dopo l’adozione nell’estate del 2020 del provvedimento sulla sicurezza voluto da Pechino per reprimere il campo democratico.

Sul fronte dei procedimenti in corso nei confronti di personalità democratiche incarcerate in base alla legge sulla sicurezza, è notizia di oggi che il processo ai 17 esponenti politici accusati di sovversione per aver organizzato o preso parte nel 2020 alle elezioni primarie del campo democratico si aprirà il 30 gennaio: a differenza di altri 30 imputati, non si sono dichiarati colpevoli.

Piccola vittoria giudiziaria per il magnate cattolico Jimmy Lai, in carcere da quasi due anni e in attesa di processo per minacce alla sicurezza nazionale. Il Dipartimento di giustizia si è visto respingere oggi l’appello contro la decisione dell’Alta corte di permettere all’attivista democratico di farsi difendere da un avvocato britannico. Prima udienza prevista il primo dicembre.

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