18/11/2010, 00.00
COREA DEL SUD
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I coreani ordinano le mogli “per corrispondenza”

I matrimoni sono organizzati da intermediari, che mandano i contadini nelle zone povere del Vietnam o della Cina a scegliere la futura sposa. Aumentano le unioni miste, un tempo osteggiate dagli uomini coreani. Anche per contrastare lo squilibrio di genere causato dalla pratica dell’aborto selettivo.
 Seoul (AsiaNews/Agenzie) – “Le ragazze vietnamite, quelle che non scappano mai”; oppure “le nuore vietnamite sono davvero gentili”: sono alcuni dei manifesti che si possono incontrare nella contea agricola di Bayo, una delle aree meno sviluppate e più tradizionali della Corea del Sud. Negli ultimi anni, sono aumentate le unioni miste “per corrispondenza” tra contadini coreani e giovani donne provenienti da altri paesi asiatici.

In genere i matrimoni sono combinati da intermediari e agenzie – un’attività in forte crescita – che descrivono la Corea del Sud come un paradiso terrestre. Le ragazze hanno un quadro roseo del Paese dove andranno a vivere, alimentato dalle serie televisive che raccontano la vita di famiglie privilegiate della classe media. Non degli agricoltori, gli uomini che sposeranno con maggior probabilità.

Gli intermediari organizzano viaggi in Vietnam o in Cina per i contadini a caccia di moglie. Una volta arrivati, vengono loro presentate un certo numero di potenziali candidate al matrimonio. Fatta la scelta, i coreani tornano a casa e iniziano le pratiche per corrispondenza, in attesa che la futura sposa arrivi nei mesi successivi.

Questo tipo di matrimoni muove da interessi pratici vantaggiosi per entrambe le parti: il contadino coreano trova una moglie (in genere molto più giovane, laboriosa e obbediente); la ragazza, proveniente da zone meno ricche, ha la prospettiva di una vita materiale migliore di quella che potrà mai avere nella sua terra natale. Per queste giovani donne infatti anche la modesta casa di un agricoltore è un paradiso: ha acqua corrente, energia elettrica, televisore, frigorifero. Tutte cose che rappresentano ancora un lusso in molte aree della Cina rurale e del Vietnam.

I coreani non hanno mai amato il matrimonio con stranieri, nonostante sia diventata una pratica consolidata dagli anni ’40, con le unioni tra ragazze coreane e soldati americani. A partire dal 1990, la pratica dell’aborto selettivo ha causato un serio squilibrio di genere. Solo allora si è iniziato a considerare in maniera diversa i matrimoni “misti”, evitati soprattutto dagli uomini coreani.

Dati alla mano, l’inversione di tendenza è stata rapida, oltre che alta. Nel 2000 il 3,5% di matrimoni più recenti erano con uno straniero, saliti a 13,5% nel 2005. Negli anni successivi il rapporto è calato, ma è rimasto costante: nel 2009 circa il 10,9% dei matrimoni (più o meno 33mila casi) erano con coniuge straniero. Ma l’inversione di tendenza è ciò che stupisce di più: lo scorso anno, il 75,5% di tutti i matrimoni misti erano tra un coreano e una sposa straniera. Circa un terzo delle spose proviene dalla Cina, il Vietnam è il secondo “esportatore” di spose. Ma le donne provengono anche da Cambogia, Filippine e Giappone.

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