28/06/2011, 00.00
INDONESIA
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Il “Club delle mogli ubbidienti”, un pretesto per legalizzare la poligamia in Indonesia

di Mathias Hariyadi
Il club, nato sul modello dell’originale malaysiano, divide il Paese. L’obiettivo è insegnare alle donne la dedizione totale al marito, anche nella sfera sessuale. Per gli attivisti è un pretesto per giustificare il matrimonio con più donne. Studioso islamico: il rapporto è come l’auto, il marito guida e la moglie è un passeggero “sottomesso e ubbidiente”.
Jakarta (AsiaNews) – La società civile è divisa fra favorevoli e contrari, la classe dirigente manifesta perplessità, mentre l’ala fondamentalista islamica sostiene con forza l’iniziativa. Certo è che non è passata sotto silenzio la nascita in Indonesia – dopo la Malaysia – del Club delle mogli ubbidienti (Owc), una organizzazione in cui le donne sono in tutto sottomesse ai mariti, che devono soddisfare in ogni esigenza a partire dalla sfera sessuale. Le voci critiche sottolineano che la fondazione del club è solo un “pretesto” per legittimare la poligamia nel Paese, osteggiata dalla maggioranza della popolazione e dichiarata fuorilegge dall’ex presidente Suharto, al potere dal 1967 al 1998.

Il 19 giugno scorso è nato il KlubTaat Suami Global Ikhwan, sotto la guida della presidentessa Gina Puspita. Al gruppo hanno aderito già 50 donne, anche se dall’associazione fanno sapere che le iscritte sarebbero circa 300. Lo scopo è insegnare alle indonesiane come ci si deve comportare per essere una “buona moglie”, in famiglia e agli occhi del marito; al tempo stesso l’idea è rafforzare nelle mogli i principi della fede islamica.

Per la signora Puspita, a capo del club, il vero obiettivo è inculcare nelle donne la volontà di “accettare” la poligamia, se la pratica viene decisa dal marito. E per farlo, la presidentessa utilizza l’esempio dell’auto: il marito è l’autista e la donna deve assumere l’atteggiamento del “bravo” passeggero, ovvero fedele in tutto, sottomessa e ubbidiente.

Il tentativo di introdurre attraverso la legge islamica il principio della poligamia in Indonesia – osteggiato dalla società civile e proibito per legge – viene denunciato dalle attiviste per i diritti delle donne. Esse ricordano come alla base dell’Owc vi sia la stessa “fonte” che, nel 2009, ha dato vita al controverso Club della poligamia, fondato dal gruppo conservatore e integralista islamico Global Ikhwan con legami in altre nazioni fra cui Thailandia e Singapore.

Il potente Consiglio indonesiano degli Ulema (Mui) ha sostenuto la nascita del club e precisa che non è in contrasto con i dettami della sharia, la legge islamica. Gusrizal Gazahar, vice-capo del Mui di Padang, nella provincia di West Sumatra, afferma che “è obbligo di ogni donna islamica obbedire in tutto al marito”.

Tra le prime voci critiche verso la nascita dell’associazione vi è quella di Linda Agum Gumelar, ministro indonesiano per i Poteri delle donne, secondo la quale esso rappresenta “un passo indietro” per la società e nel cammino verso le pari opportunità fra i due sessi. La Commissione nazionale femminile indonesiana – meglio nota come Komnas Perempuan – punta infine il dito contro il sindaco di Bogor Diani Budiarto (già protagonista della vicenda che lo vede opposto ai cattolici per la costruzione della Yasmin Church), che in base al principio della poligamia ha da poco sposato la quarta moglie: una ragazza di soli 18 anni.
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