26/06/2017, 10.56
CINA
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Il dissidente Liu Xiaobo esce dalla prigione: è malato di cancro terminale al fegato

Gli è stato concesso di curarsi fuori del carcere. Non cercherà trattamenti medici all’estero. Nel 2009 era stato condannato a 11 anni per “sovversione contro lo Stato”: aveva compilato il manifesto di Carta ’08. Mentre era in prigione, nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la pace.

Pechino (AsiaNews) - Il dissidente Liu Xiaobo, una delle più importanti icone della democrazia in Cina, è ammalato di cancro al fegato a uno stato terminale e gli è stato concesso di uscire dalla prigione per potersi curare.  Nel 2009 Liu era stato condannato a 11 anni di prigione per “incitamento alla sovversione contro lo Stato” per aver contribuito e a diffondere la “Carta 08”, un manifesto in cui si chiedeva al Partito comunista cinese di varare alcune riforme sociali e politiche.

La notizia del suo stato di salute è stata confermata oggi dal suo avvocato, Mo Shaoping, che ha anche detto che a Liu è stato concesso di curarsi fuori della prigione.

La diagnosi del cancro è emersa lo scorso 23 maggio e ora Liu Xiaobo è curato in un ospedale di Shenyang (Liaoning). Attraverso Mo, egli ha precisato che non pensa di cercare un trattamento medico all’estero.

Liu Xiaobo è uno dei protagonisti degli ultimi 30 anni della Cina. Prima del massacro di Tiananmen ha cercato sulla piazza di aprire un dialogo fra i militari e gli studenti. Arrestato e imprigionato subito dopo il massacro, è rimasto in cella per tre anni. Dopo un periodo di studi all’estero, è ritornato e ha continuato a lavorare nel mondo culturale e della dissidenza cinese.

Carta ’08, il documento da lui compilato e sottoscritto subito da oltre 300 personalità nel campo dell’arte, della cultura, del lavoro, è una delle più lucide analisi della situazione cinese, ancora incapace di fare il passo verso la modernità attraverso riforme politiche, garantendo libertà religiosa, lasciandosi arricchire dalla creatività del popolo, stabilendo elezioni e divisione dei poteri dello Stato.

Nel 2010 è stato insignito del Premio Nobel per la pace, a cui non ha partecipato perché in prigione. Pechino ha minacciato parenti, amici e dissidenti di non andare a ritirare il premio a nome di Liu. L’accademia del Nobel ha lasciato una sedia vuota con la foto del grande dissidente

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