29/01/2007, 00.00
CINA
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Il gigante cinese fra gli ultimi nella cura dell’ambiente

Uno studio ufficiale mstra che su 118 Paesi, la Cina è al 100° posto per la tutela dell’ambiente. Non ci sono miglioramenti nonostante le promesse di Pechino, che non riesce a controllare la politica dei governi locali. C’è la proposta di dare più potere agli uffici per il controllo ambientale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina è al 100° posto per la protezione dell’ambiente tra 118 Paesi esaminati e nel 2006 non è riuscita a migliorarne la tutela. Lo afferma uno studio congiunto del ministero della Scienza e della tecnologia, dell’Accademia cinese delle scienze e di alcune principali università.

Il “Rapporto 2007 sulla modernizzazione della Cina” dice che la Cina è la 2° maggior produttrice, dopo gli Stati Uniti, di gas che causano l’effetto serra. Mentre cresce rampante l’economia, non ci sono miglioramenti, ad esempio, con riguardo a emissioni di anidride carbonica (che provocano anche le piogge acide), trattamento di acque di scarico e protezione dell’acqua potabile. Le misure di tutela ambientale – dice il rapporto – non sono migliori rispetto a quanto accertato dal rapporto di 3 anni fa, mentre è cresciuto lo sviluppo economico e industriale.

La situazione è allarmante anche perché la Cina, con un quinto della popolazione mondiale, consuma solo il 4% del petrolio, importando circa 3 milioni di barili al giorno. E' facile prevedere perciò che l’ulteriore crescita economica richiederà il continuo aumento delle fonti di energia, anzitutto il più utilizzato e il più inquinante, cioè il carbone. Anche se Pechino investe molto in fonti alternative di energia, si prevede che queste per il 2020 potranno coprire non più del 15% del fabbisogno e saranno soprattutto costituite da impianti idroelettrici che stanno causando ingenti problemi di sfruttamento dei fiumi e distruzione delle connesse risorse naturali.

He Chuanqi, direttore del gruppo di ricerca, osserva che, “confrontata con la modernizzazione sociale ed economica, la modernizzazione ecologica della Cina è rimasta molto indietro”.

Questo esito segnala anche un personale insuccesso del premier Wen Jiabao e del presidente Hu Jintao, che nel 2006 avevano posto la protezione e il recupero ambientale come una priorità sottolineando che una “società armoniosa” richiede il rispetto della qualità di aria, acqua, terra.

L’elevato inquinamento crea immensi problemi quotidiani soprattutto ai residenti rurali, che sono tuttora circa 800 milioni pari ai due terzi della popolazione.

Il Rapporto suggerisce di potenziare il ruolo dell’Amministrazione statale per la protezione ambientale (Sepa) dandole competenze equivalenti a un ministero, così da aumentarne le risorse economiche e i poteri di intervento per il controllo soprattutto sui governi locali, che spesso privilegiano lo sviluppo economico sulle esigenze di tutela ambientale.

Ma esperti osservano che in autunno è previsto il 17° Congresso nazionale del Partito comunista e che fino ad allora è probabile che i leader politici siano attenti soprattutto alla crescita economica delle rispettive zone, che da anni è ritenuta uno dei principali criteri per la carriera politica. (PB)

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