28/01/2020, 16.00
INDIA
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Il governo può scegliere gli insegnanti nelle scuole delle minoranze: le critiche dei cattolici

di Nirmala Carvalho

Le scuole religiose godono di autonomia amministrativa in base alla Costituzione indiana. Invece la Corte suprema apre all’ingerenza dello Stato. Insegnante di Calcutta: “Gli istituti delle minoranze devono rispettare dei criteri minimi per l’ammissione degli studenti così come il reclutamento degli insegnanti, al pari di ogni altro istituto”.

Mumbai (AsiaNews) – I cattolici dell’India contestano la sentenza della Corte suprema che ha stabilito la possibilità per il governo di nominare gli insegnanti delle scuole delle minoranze religiose. Ad AsiaNews p. Felix Raj, vice rettore della St. Xavier’s University di Calcutta, afferma: “L’articolo 30 della Costituzione concede alle minoranze religiose il diritto di stabilire e amministrare gli istituti educativi a propria scelta”.

Il sacerdote gesuita spiega che la sentenza risale al 6 gennaio scorso e si riferisce al West Bengal Madrasa Service Commission Act del 2008. In sintesi, i giudici confermano la legge locale e sostengono che l’amministrazione federale abbia la facoltà di selezionare i docenti delle scuole islamiche.

Lo stesso criterio è estendibile agli istituti gestiti dalla minoranza religiosa cristiana, che nel Paese amministra migliaia di scuole. Tuttavia i cattolici evidenziano che la Costituzione indiana sancisce il diritto delle minoranze alla piena autonomia scolastica, a scegliere gli insegnanti secondo i propri criteri per l’avanzamento sociale della popolazione.

P. Raj ha una lunga esperienza nell’educazione, tanto da meritarsi il premio alla carriera “Xavier Ratna Award” conferito dallo Xavier Institute of Engineering, Mumbai. Egli è stato premiato per il contributo reso all’istruzione superiore e al renderla abbordabile ai poveri delle zone rurali. Egli spiega: “Gli istituti delle minoranze devono rispettare dei criteri minimi per l’ammissione degli studenti così come il reclutamento degli insegnanti, al pari di ogni altro istituto”.

Secondo il sacerdote, “il governo può stabilire certi meccanismi normativi, ma non deve interferire nel funzionamento dell’amministrazione o nelle direttive politiche di questi istituti. Ogni influenza ucciderà lo spirito di autonomia e lo scopo stesso per cui sono nati questi istituti. Il governo deve giocare un ruolo proattivo e sostenere il ruolo di questi istituti”.

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