08/01/2010, 00.00
EGITTO - ISLAM
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Il vescovo copto era il vero obbiettivo dell’assalto di Natale in Egitto

Mons. Kirollos aveva ricevuto diverse minacce. La polizia ha ritrovato una delle auto usate dagli assalitori. Ai funerali dei sei cristiani, la folla ha preso a sassate le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni. I servizi di sicurezza accusati di negligenza.
Il Cairo (AsiaNews) –  L’attacco contro i fedeli della chiesa copta di Nag Hammadi la sera del 6 gennaio, vigilia del Natale ortodosso, aveva un obbiettivo: colpire mons. Anba Kirollos, il vescovo della città. Intanto la polizia ha recuperato una delle auto degli assassini e afferma di aver identificato i criminali. Ai funerali delle vittime migliaia di cristiani hanno criticato le forze dell’ordine lanciando sassi contro le auto della polizia.
 
“Era il mio assassinio quello a cui mirava il piano”, ha dichiarato lo stesso vescovo alla Meca (Middle East Christian Association) “e quando è fallito, i criminali si sono guardati attorno e hanno cominciato a sparare contro i giovani”.
 
La sera del 6 gennaio, alla fine della veglia natalizia, un gruppo di almeno tre persone armate, da due auto ha sparato raffiche di mitra contro i fedeli appena usciti fuori dalla chiesa. Sei cristiani sono stati uccisi, oltre a una guardia. Le vittime sono in maggioranza giovani sui 20 anni. Fra di loro vi è un giovane e la sua fidanzata e un ragazzo di 14 anni.
 
A vari giornalisti il vescovo ha detto di aver ricevuto diverse minacce nei giorni precedenti il Natale. “Per giorni ho atteso che succedesse qualcosa alla vigilia di Natale”. Proprio per questo la comunità ha anticipato di un’ora la funzione. Il vescovo aveva lasciato la chiesa pochi minuti prima dell’attacco. Sentendo il rumore di un’auto, il vescovo è rientrato in chiesa dalla porta sul retro. “Mentre stringevo le mani con qualcuno sulla soglia, ho sentito le raffiche di mitra e il disastro”.
 
Mons. Kirollos accusa di negligenza i servizi di sicurezza, che seppure avvertiti della situazione tesa, non hanno preparato alcuna vigilanza adeguata alla chiesa.
 
Le tensioni fra i cristiani e i musulmani di Nag Hammadi si sono accresciute negli ultimi mesi, dopo le accuse a un giovane cristiano di aver stuprato una ragazza musulmana di 12 anni. Secondo i cristiani l’accusa è solo un pretesto e a conferma dicono che la polizia non ha preso provvedimenti verso il giovane. Ma a causa delle accuse nel novembre scorso vi sono stati attacchi contro i cristiani a Farshout, Abu Shusha, Aerky e Alshokeify, tutte zone della parrocchia di Nag Hammadi.
Secondo l’agenzia ufficiale egiziana, la polizia ha già ricuperato una delle due auto usate dagli assalitori e li ha già identificati. Ieri, però, durante il funerale delle sei vittime, a cui hanno partecipato almeno 5 mila fedeli, la polizia ha dovuto lanciare gas lacrimogeni per fermare una sassaiola contro di loro. Anche alcune ambulanze sono state prese di mira.
 
“La gente è in collera e molto inquieta”, commenta mons. Kirollos. Alcuni fedeli fanno notare che da anni programmi televisivi, radio e giornali continuano a predicare intolleranza verso i copti.
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