21/06/2016, 08.55
ISRAELE - PALESTINA
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Intifada dei coltelli, l’esercito israeliano abbatte la casa di un assalitore palestinese

Bachar Madhala, del villaggio di Haja in Cisgiordania, nel marzo scorso ha ucciso un turista americano e ferito due cittadini israeliani. Oggi i militari hanno raso al suolo l’edificio, proseguendo la politica delle demolizioni voluta da Netanyahu. Nella notte i militari hanno colpito a morte un 20enne palestinese e ferito altri tre giovani. Lanciavano oggetti contro vetture in transito. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina un gruppo di soldati israeliani ha demolito l’abitazione di un palestinese che, nel marzo scorso, aveva ucciso un turista americano e ferito cittadini israeliani in un attacco all’arma bianca. Secondo quanto riferisce un portavoce dell’esercito “le forze di sicurezza, seguendo le direttive governative, hanno abbattuto la casa di Bachar Madhala nel villaggio di Haja, in Cisgiordania”. 

Al tempo dell’attacco, le forze di sicurezza israeliane avevano colpito a morte il giovane Madhala, dopo che questi aveva pugnalato diverse persone in una zona turistica di Tel Aviv. L’attentato risale all’8 marzo scorso - alla vigilia della visita ufficiale del vice presidente Usa Joe Biden in Israele - e ha causato la morte di un 29enne cittadino statunitense, oltre al ferimento di una decina di israeliani. 

Dall’ottobre scorso, dopo una serie di provocazioni di ebrei ultra-ortodossi che sono andati a pregare sulla Spianata delle moschee, si sono moltiplicati incidenti e scontri in Israele e nei territori palestinesi, nel contesto della cosiddetta “intifada dei coltelli”. Finora sono stati uccisi almeno 209 palestinesi, 32 israeliani, due americani, un sudanese e un eritreo.

La maggior parte dei palestinesi è stata uccisa mentre tentava di accoltellare o colpire con armi o con l’auto passanti o soldati. Altri sono stati uccisi nel corso di manifestazioni o scontri con i militari.

A fronte di questa escalation di violenze, culminata nell’attacco a Tel Aviv dell’8 giugno scorso, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di rafforzare la politica delle demolizioni delle case di assalitori palestinesi. Una misura che, secondo le voci critiche, rappresenta una “punizione collettiva” la quale finisce per esasperare la tensione. 

A conferma del perdurare del clima di violenze, la notte scorsa i militari israeliani hanno ucciso un palestinese di 20 anni di nome Mahmoud Badran e ne hanno feriti in modo grave altri due nei pressi del villaggio di Beit Ur, in Cisgiordania. I soldati hanno aperto il fuoco sui tre giovani, intenti a lanciare oggetti, pietre e sassi contro le vetture (appartenenti a cittadini israeliani) in transito. 

I vertici dell’esercito hanno aperto un’inchiesta sulla vicenda. Media israeliani riferiscono di auto danneggiate e di due guidatori feriti in modo lieve dalle schegge, mentre percorrevano la strada 443. Questa collega Tel Aviv e Gerusalemme, attraversando per diversi chilometri Territori palestinesi occupati. 

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