24/02/2022, 11.40
LANTERNE ROSSE
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Invasione russa dell’Ucraina: l’imbarazzo della Cina

I cinesi chiedono “moderazione” alle parti e una soluzione diplomatica, ignorando che la situazione è già fuori controllo. Accuse agli Stati Uniti di aver fomentato la crisi. La preoccupazione degli imprenditori in Cina. Possibile blocco dell’export di microchip taiwanesi alla Russia. Giappone pronto a nuove sanzioni.

Pechino (AsiaNews) – “La Cina guarda con attenzione gli sviluppi [in Ucraina] e chiede a tutte le parti in causa di esercitare moderazione per evitare che la situazione vada fuori controllo”. È la scarna dichiarazione rilasciata dal ministero cinese degli Esteri dopo l’inizio stamane dell’invasione russa dell’Ucraina.

L’imbarazzo della Cina è evidente: con le Forze armate russe che attaccano da più fronti il territorio ucraino, la situazione è già fuori controllo. Mentre le città ucraine sono bombardate dai russi, l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, sostiene che ci sia ancora spazio per la diplomazia, e lo fa senza neanche nominare i due Paesi in conflitto.

Pechino si trova in una posizione scomoda. Non può appoggiare il “quasi-alleato” russo in modo aperto, in quanto ciò equivarrebbe a giustificare una flagrante violazione del diritto internazionale. Per esigenze interne, il governo cinese invoca da sempre il principio di non interferenza negli affari interni di uno Stato sovrano.

Nei giorni scorsi, in un gioco di equilibrio il governo di Xi Jinping ha dichiarato il proprio sostegno alla sovranità e integrità territoriale di Kiev, ma allo stesso tempo ha detto di comprendere le “legittime” richieste di sicurezza della Russia di fronte alla possibile espansione della Nato. Come per l’annessione russa della Crimea nel 2014, Pechino non ha riconosciuto però le repubbliche separatiste del Donbass ucraino (Donetsk e Luhansk).

Per alleviare la pressione sul Cremlino, ieri una portavoce del ministero cinese degli Esteri ha affermato nella crisi ucraina i veri “colpevoli” sono gli Usa. Da mesi Putin aveva fatto schierare migliaia di truppe in assetto da combattimento lungo la frontiera con l’Ucraina, la diplomatica di Pechino ha puntato però il dito contro Washington per aver “accresciuto la tensione, creato il panico e pompato il pericolo di un possibile conflitto”.

Da alcuni imprenditori cinesi della costa occidentale arriva una condanna più netta dell’aggressione russa. Parlando ad AsiaNews, essi hanno sottolineato che l’invasione dell’Ucraina porterà all’instabilità regionale, danneggiando l’economia globale e quindi anche gli interessi cinesi. Tutto ciò proprio quando il mondo aveva appena iniziato a riprendersi dalla pandemia da Covid-19.

Anche Taiwan ha condannato la violazione della sovranità ucraina da parte della Russia. Per Taipei l’attacco russo riflette la volontà del Cremlino di “modificare in modo unilaterale lo status quo”. Il governo taiwanese non si è sbilanciato sull’eventualità di aderire alle sanzioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro Mosca. Media Usa parlano di contatti tra Washington e i governanti dell’isola per bloccare le esportazioni tecnologiche – soprattutto microchip – alla Russia.

Il Giappone ha già imposto misure punitive sui russi e ha dichiarato di essere pronto a coordinarsi con Washington e gli europei per ulteriori restrizioni.

 

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