04/11/2004, 00.00
INDIA - USA
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John Dayal: libertà religiosa e difesa delle minoranze priorità per Bush rieletto

Mumbai (AsiaNews) – I gruppi per i diritti umani e la libertà religiosa indiani si augurano che il presidente Bush si impegni nella protezione della libertà religiosa in Asia, in particolare verso le minoranze cristiane, colpite dalla persecuzioni di gruppi fondamentalisti, spesso appoggiati dai governi locali. Lo afferma ad AsiaNews John Dayal, segretario generale dell'All India Christian Council e presidente dell'All India Catholic Union, sigle che radunano milioni di cristiani e cattolici indiani.

Dayal rimarca che, sebbene in India ci siano diverse opinioni sulla politica estera statunitense, i cristiani indiani "sono addolorati per il grande numero di cristiani colpiti da violenze di militanti islamici in Iraq". Per questo motivo "speriamo che in questo secondo mandato Bush cerchi di instaurare la pace in Medio oriente". "Ci auguriamo che il presidente rieletto porti sollievo alla popolazione della regione, in particolare dia sicurezza alle minoranze cristiane in Iraq, Siria ed Egitto, in modo che esse non diventino capri espiatori dei fondamentalisti o della violenza di coloro i quali vedono se stessi come vittime dell'azione militare americana".

Riguardo alle ricadute della rielezione di Bush sulla società asiatica, John Dayal richiama il presidente rieletto ad un'attenzione particolare verso la situazione sociale e religiosa degli Stati dell'Asia del sud. "Quasi tutti gli 8 Paesi della regione - Pakistan, Nepal, Sri Lanka, Bhutan, Bangladesh, Maldive, Myanmar, India - hanno un terribile primato contro le minoranze religiose, in particolare i cristiani" dichiara Dayal. "In tutti questi Paesi, le maggioranze, spesso con la connivenza dei governi, colpiscono i cristiani: in numerosi casi sono in procinto di approvare o hanno già in vigore leggi contro la predicazione e la pratica cristiana e che impediscono l'evangelizzazione". Per il fatto che "la libertà religiosa è un pilastro dello spirito delle Nazioni Unite" l'attivista indiano si augura che "tutti i Paesi asiatici rispettino questo valore". "Senza interferire negli affari interni di un Paese, il dipartimento di Stato (il ministero degli Esteri Usa, che si interessa anche della libertà religiosa, ndr) deve incoraggiare in Asia il riconoscimento della natura universale di questo diritto umano fondamentale".

Sulle ricadute in India della rielezione di Bush l'esponente cristiano si augura che "la nuova amministrazione, con una maggior cooperazione nelle politiche economiche e di pace, porti una maggior diffusione dei diritti umani, più occupazione e una più grande collaborazione nel rafforzare la società civile". John Dayal richiama poi Usa e India a lavorare per un'Asia libera dell'ombra della guerra nucleare, per la garanzia dei diritti umani e la dignità dei poveri, emarginati, rifugiati e dalits.

Dayal infine sottolinea la gioia degli indiani per l'elezione alla Camera dei rappresentanti di Bobby Jindal, il secondo cittadino americano di origine indiana eletto in un parlamento Usa.

I mercati indiani hanno reagito in modo positivo alla rielezione di Bush. Il governo di New Delhi ritiene di poter ricevere dalla nuova amministrazione Bush un supporto notevole nelle lotta al terrorismo. La vittoria di Bush rafforza l'orientamento politico e culturale indiano contrario alla liberalizzazione delle questioni etiche e morali: dal punto di vista indiano la sconfitta dell'ideologia "liberal" dello sfidante John Kerry è stata giudicata con favore e soddisfazione. (NC)
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