22/08/2011, 00.00
INDIA
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Karnataka: chiese saccheggiate, pastori picchiati da radicali indù

di Nirmala Carvalho
Per due domeniche di seguito la celebrazione religiosa è stata interrotta, e il pastore malmenato e arrestato con la falsa accusa di praticare conversioni forzate. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians: “Gli aggressori se ne vanno liberi, e 64 anni dopo l’Indipendenza la libertà religiosa non esiste in Stati come il Karnataka, l’Orissa e il Gujarat. Questa è una macchia sull’India laica”.

Mudhol (Asia News) – In Karnataka il pastore Sangappa Hosamani Shadrak, di 28 anni, residente a Mudhol, è stato attaccato da 20 attivisti radicali indù del Bajrang Dal. Il fatto è avvenuto ieri mentre il pastore celebrava la cerimonia domenicale nel villaggio di Rohi, a circa 10 km dalla sua abitazione, in casa di un fedele, Yellappa Hosamani. Negli ultimi anni ha svolto regolarmente lì i suoi servizi di preghiera domenicali. Gli estremisti hanno attaccato la piccola comunità, hanno dissacrato il pane e il vino che venivano usati per la celebrazione e hanno picchiato con durezza il pastore Shadrak, che ha perso un dente ed è stato ferito seriamente al volto. Dopo di ciò lo hanno trascinato in un altro villaggo, Latte, lo hanno legato a un albero e hanno chiamato la polizia situata a Lokapura.

L’ispettore Choudhary e alcuni agenti sono giunti e hanno portato via il pastore Shadrack e alcuni fedeli. Il pastore è stato mandato al carcere di Jamkotai, con accuse non specificate, a dispetto dei tentativi di farlo liberare compiuti da esponenti del Global Council of Indian Christians (Gcic). Sajan K George, presidente del Gcic, ha criticato duramente l’arresto. “Gli attacchi alla comunità cristiana continuano nonostante le promesse del nuovo Primo ministro Sadananda Gowda. E questo a dispetto delle dichiarazioni del nuovo Premier che personalmente ha una relazione molto buona e cordiale con la comunità cristiana da sempre. La comunità cristiana lo ha appoggiato, ma continua a essere vulnerabile e a soffrire per la persecuzione degli estremisti Hindutva”.

Sajan K George ricorda che per due domeniche di seguito la celebrazione è stata interrotta; pastori pentecostali sono stati insultati e malmenati; la chiesa è stata saccheggiata; false denunce di conversione sono state presentate contro innocenti. “Gli aggressori se ne vanno liberi, e 64 anni dopo l’Indipendenza la libertà religiosa non esiste in Stati come il Karnataka, l’Orissa e il Gujarat. Questa è una macchia sull’India laica”.
Il Gcic è molto preoccupato per la nuova campagna del Vishwa Hindu Parishad (Vhp). Il gruppo estremista e militante indù si è schierato contro la bozza di legge “Prevenzione della violenza interreligiosa e mirata” del 2011. Il leader del Vhp Pravin Togadia ha affermato che la legge renderebbe “la polizia ossequiosa verso le comunità di minoranza”. E ha accusato il Consiglio nazionale consultivo, guidato da Sonia Gandhi, di essere per questo anti-indù. La legge dovrebbe invece premettere al governo centrale di prendere misure in caso di violenza interreligiosa, che verrà definita “disturbo interno” al Paese.
 

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