11/04/2011, 00.00
INDIA
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Karnataka: nuova ondata di violenze e attacchi ai cristiani. Le autorità sono complici

di Nirmala Carvalho
I fondamentalisti indù fanno irruzione in una chiesa protestante, e bloccano il servizio religioso. La polizia arresta quattro fedeli della ‘Nuova chiesa di Dio dell’India”. L’8 aprile attaccato il convento Stella Maris. Il vescovo Aloysius Paul D’Souza: “Sono invidiosi del nostro lavoro sociale… per questo cercano di spaventare i missionari cristiani, e inventano denunce false. Non siamo trattati come cittadini di seconda categoria, ma come nemici”.

Mumbai (AsiaNews) – I cristiani sono di nuovo sotto attacco in Karnataka, presi di mira sia dagli estremisti indù che dalla polizia, che con ogni probabilità agisce in accordo con i fondamentalisti. Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) ha denunciato questa nuova fiammata di intolleranza in un’intervista ad AsiaNews: “La polizia  ha arrestato ieri quattro fedeli della ‘Nuova Chiesa di Dio dell’India’ a Mysore, Karnataka dopo che circa 25 attivisti del Bajrang Dal hanno attaccato la chiesa mentre il servizio religioso domenicale era in corso…I fondamentalisti hanno fatto irruzione nell’edificio, hanno interrotto con violenza il servizio e hanno cominciato a insultare i fedeli, nella maniera più volgare. La libertà religiosa è uno dei nostri diritti costituzionali, ma sembra che qui in Karnataka i cristiani siano minacciati, attaccati e maltrattati per la loro fede e la pratica delle opere di carità. Il Bajrang Dal è colluso con le autorità per terrorizzare le istituzioni cristiane in Karnataka”.

Il presidente del Gcic ricorda che questa è la seconda tornata di una serie di attacchi pianificati contro le istituzioni cristiane in Karnataka, iniziati nel mese di aprile, e scatenati dai Barjrangis e dai loro complici. La prima ha avuto luogo nell’agosto e nel settembre del 2008. Il più recente degli attacchi è accaduto l’8 aprile al convento cattolico “Stella Maris” di Ullal. “Gli altri attacchi sono stati contro Ashraya, un fondo caritatevole di servizi sociali per i giovani guidato da Lancelot Pinto, e contro una sala di preghiera-ostello, Ebenezer, diretto dal pastore Joy a Haleyangady; un altro attacco è stato scatenato da false accuse di conversione da parte dei proprietari di un catering, Jillus.  Tutti sono stati pianificati da elementi del Sangh Parivar, per screditare le opere di carità cristiane. Ci appelliamo alla Commissione nazionale per i diritti umani e al Primo ministro Yeddyurappa per il controllo di questi estremisti hindutva, elementi antisociali che stanno causando problemi di ordine legale e di ordine, oltre che distruggere l’armonia sociale”.

Sajan K. George ha poi aggiunto: “Condanniamo con forza la dichiarazione del leader del Vhp, il parlamentare Puranik, che ha dichiarato che la radice del problema delle conversioni in India è stato il regime coloniale, che ha portato missionari portoghesi e  britannici, le cui attività continuano anche oggi. Per secoli i missionari cristiani hanno servito generosamente i più poveri nei luoghi più sperduti del Paese, aiutandoli nel campo della salute, dello sviluppo e dell’istruzione. Il censimento governativo prova che le attività di conversione sono senza fondamento, accuse inventate contro i cristiani, dal momento che i cristiani dell’India rappresentano il 2.34% della popolazione ”.

Anche il vescovo di Mangalore, mons. Aloysius Paul D’Souza, ha preso posizione. In un’intervista esclusiva ad AsiaNews ci ha dichiarato: “Siamo non solo rattristati, ma ci sentiamo impotenti. Il Bajrang Dal, senza alcun motivo o ragione attacca noi e le nostre istituzioni e cerca di screditare le nostre opere buone. Sembra quasi che godano della protezione delle autorità, e così sono senza freni e imbaldanziti nella loro campagna malvagia contro i nostri servizi per i poveri e i marginalizzati e per i settori più disprezzati della società. Nessuno ascolta i nostri reclami e gli attacchi continuano indisturbati. Sembra quasi che gli estremisti dettino le loro condizioni al governo”.

Nella mattina dell’8 aprile 41 bambini ospitati al convento Stella Maris di Ullal stavano per  essere riportati a casa a Bidar, una zona povera e rurale della diocesi di Gulbaraga. Le loro famiglie sono di braccianti senza terra, illetterati. Per oltre 30 anni il convento Stella Maris ha lavorato per dare un’istruzione ai bambini di quella zona. “mentre i bambini stavano aspettando con suor Asha Prema che il bus arrivasse, gli attivisti del Bajrang Dal si sono radunati vicino alla fermata del bus e hanno chiamato la polizia, che è arrivata e ha portato l’autobus e i bambini alla Remand home, a Bondel, dove i piccoli, terrorizzati sono stati trattenuti alcune ore. Più di 50 agenti erano intorno alla Remand home mentre si facevano le indagini. Comunque il convento Stella Maris aveva tutti i documenti e i permessi in regola.  Ma le intimidazioni, gli attacchi e le minacce continuano”.

Il vescovo spiega perché i fondamentalisti indù attaccano la Chiesa: “Sono invidiosi del nostro lavoro sociale, perché sanno che una volta che questa povera gente ottiene un’istruzione, diventa autosufficiente e conscia dei loro diritti. Per i fondamentalisti questo rappresenta una minaccia, perché dopo non sono più in grado di opprimere e sfruttare gli strati sociali più poveri. Per questo cercano di spaventare i missionari cristiani, e inventano denunce false. Non siamo trattati come cittadini di seconda categoria, ma come nemici”.

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