03/12/2022, 12.02
INDIA
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Kerala, governo contro pescatori (e Chiesa): il porto ‘a qualunque costo’

Il ministro dei Porti pronto a stanziare gli agenti per garantire il progetto da 900 milioni di euro di Adani Group. Sacerdote denuncia le “atrocità” della polizia e le provocazioni di realtà vicine all’opera. Nonostante le minacce i pescatori annunciano manifestazioni a oltranza in difesa dell’economia locale. 

Delhi (AsiaNews) - Il Kerala porterà a termine “a qualunque costo” il mega-progetto, da circa 900 milioni di euro, al centro della controversia con i vertici della Chiesa cattolica locale e del vescovo di Thiruvananthapuram, accusato coi suoi sacerdoti di fomentare proteste sfociate in violenze. Nel mirino la realizzazione di un porto affidato al gigante dell’imprenditoria Adani Group, guidato da Gautam Adani (l’uomo più ricco dell’Asia) e voluto con forza dal governo statale, che è pronto a stanziare le forze di polizia pur di raggiungere l’obiettivo e realizzare l’opera.

Interpellato da AsiaNews p. James Culas, dell’arcidiocesi di Trivandrum, sottolinea che quanto sta accadendo a Vizhinjam è una “atrocità della polizia”. La situazione è degenerata dopo che alcuni lavoratori legati al Bjp e movimenti legati ad Adani e alla costruzione del porto “hanno lanciato pietre” in direzione dei manifestanti che avevano bloccato la strada, innescando una escalation. “Dato il sostegno della polizia ai provocatori, era chiaro che la mossa aveva lo scopo di provocare deliberatamente i pescatori e il clero - conclude il sacerdote - che avevano condotto la loro agitazione pacificamente per 130 giorni”. 

La comunità di pescatori della zona, guidata da leader cattolici, per quasi quattro mesi ha bloccato la costruzione del porto di Vizhinjam affidato in concessione al gruppo Adani, erigendo un rifugio di fortuna all’ingresso del porto. I manifestanti affermano che l’enorme progetto finirebbe per provocare l’erosione della costa e dei fondali, minando alla base il loro principale mezzo di sussistenza. Sostenuti dalla Chiesa, essi ne chiedono la completa cancellazione. Adani Group, e lo Stato del Kerala che copre i due terzi dei costi dell’opera, negano le accuse. Gli scontri tra polizia e manifestanti lo scorso fine settimana causato il ferimento di oltre 100 persone, tra cui 64 poliziotti.

I dimostranti non intendono indietreggiare, anche di fronte alla minaccia del ministro dei Porti Ahammed Devarkovil di dispiegare le forze di sicurezza. Egli ha quindi aggiunto che il governo intende risolvere lo stallo, ma non ci saranno passi indietro. “Vogliamo completare il progetto portuale, qualunque cosa accada. Non si può - ha aggiunto - scendere a compromessi su questo” e di fronte alle proteste della popolazione civile l’esecutivo intende andare avanti pur senza “infliggere danni” ai manifestanti. 

Davanti alle minacce dei vertici dello Stato del Kerala, il leader della protesta Fredy Solomon ha detto che la mobilitazione andrà avanti sino a che saranno in gioco “case e mezzi di sussistenza di migliaia di pescatori”. Adani Group vuole completare la prima fase di costruzione entro dicembre 2024, ma il governo spera di accorciare i tempi portando la prima nave in porto entro il settembre del prossimo anno, recuperando il tempo perduto con turni di lavoro extra. 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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