05/05/2021, 08.18
RUSSIA
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Krasnojarsk, flash-mob con ‘Gesù Risorto’. La Pasqua alternativa in Siberia

di Vladimir Rozanskij

L’arte vivente e teatrale di Maria Gasanova giudicata un oltraggio alla religione. Il primo a denunciarla è stato il giornalista Daniil Rubinovič. A Tomsk, un corteo danzante per il primo maggio. A Irkutsk, una “purificazione della memoria” per Stalin: è stato accusato ingiustamente della strage di milioni di prigionieri, “mentre gli archivi ne contano al massimo 300 mila, tutti giustificabili”.

Mosca (AsiaNews) - A Krasnojarsk (Siberia centrale), la giovane artista Maria Gasanova ha proposto una performance pasquale il 2 maggio scorso sulle rive del fiume Jenisej, sviluppando a suo modo il soggetto evangelico di un Gesù risorto che cammina sulle acque. Per questo è stata denunciata per oltraggio al sentimento religioso della popolazione, e ora rischia l’arresto. La Gasanova proponeva il “ritorno alla vita di Cristo”, facendo incontrare un attore con le sembianze di Cristo risorto coi passanti sul lungofiume, che in generale hanno risposto in modo molto favorevole (foto 1 e 2).

“Con questo quadro in movimento noi volevamo solo ricordare che la festa di Pasqua non si associa soltanto al kulič [il panettone della festa] e alle uova colorate, ma è anzitutto la risurrezione di Cristo che ha offerto sé stesso in sacrificio per redimere i peccati del mondo, quelli passati e quelli futuri” – ha spiegato l’artista a sibreal.org, commentando la sua iniziativa che prosegue una serie di rappresentazioni “teatral-figurative” a sfondo biblico. “Naturalmente non intendevamo offendere nessuno, Gesù viene spesso rappresentato nei film, nei quadri, perché non con questo genere più contemporaneo?”.

L’intenzione era di organizzare un flashmob sul tema, ma le autorità non hanno dato il permesso, per cui l’azione si è limitata a dei “quadri viventi”.

Il primo ad accusare la Gasanova di sacrilegio è stato il giornalista Daniil Rubinovič, che ha stilato una denuncia formale presso la polizia locale, che ha avviato un’inchiesta in proposito. Egli stesso ha dichiarato di “essere critico nei confronti dell’istituzione ecclesiastica”, ma considera comunque offensiva l’azione teatrale per i credenti, “per i quali la Pasqua è perfino più importante della festa di Capodanno”.

Secondo Rubinovič, “non è che chiunque possa mettersi nei panni di Cristo e fare finta di camminare sulle acque… esistono i film tipo L’ultima passione di Cristo, ma quelle almeno sono delle storie, questa è solo un volgare hype [pubblicità aggressiva]”. Sulle sue pagine social, il giornalista ha aggiunto che “queste volgarità devono essere proibite, peccato che oggi non ci sia più la Santa Inquisizione”.

Maria Gasanova è un’artista conosciuta in tutto il mondo per i suoi quadri viventi, che ha esposto in tanti Paesi.

In un’altra cittadina siberiana, a Tomsk, la polizia ha fermato un’altra iniziativa simile, organizzata dal gruppo Kotelnaja, che voleva rappresentare “il grande corteo del primo maggio”. Gli artisti hanno iniziato a far sfilare la gente raccolta per strada (soprattutto ragazzini) con canti, danze e disegni in piazza (foto 3), ma la polizia non ha permesso loro di arrivare alla centrale piazza Lenin, fermandoli con l’accusa di aver organizzato un “meeting non autorizzato”.

Nella città di Irkutsk, situata nella Siberia centro-orientale sulle rive del lago Bajkal, la festa del primo maggio e dei giorni pasquali è stata invece l’occasione per ricoprire le strade con manifesti inneggianti a Stalin, in vista anche della “festa della Vittoria” del 9 maggio (foto 4). L’iniziativa è stata assunta da un gruppo di cittadini guidati da un deputato locale, Aleksandr Perevalov. Questi ha spiegato che non si tratta di propaganda politica, ma di “un tentativo di purificare la memoria della Guida dalle false accuse”. I membri del partito comunista (KPRF) di Irkutsk hanno però preso le distanze dall’iniziativa.

I manifesti sono stati preparati a spese di un gruppo di 103 cittadini di Irkutsk e dei paesi limitrofi, che si definiscono “simpatizzanti” del KPRF, ma non membri del partito. Già l’anno scorso avevano proposto delle azioni per “far tornare Stalin nella storia”: a loro parere, il dittatore georgiano è stato accusato ingiustamente della strage di milioni di prigionieri, “mentre gli archivi ne contano al massimo 300 mila, tutti giustificabili per motivi politici, anche se forse non erano tutti colpevoli”.

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