11/07/2022, 08.47
RUSSIA
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L’islam russo appoggia la guerra di Putin

di Vladimir Rozanskij

Azione armata contro fascisti e parassiti in Ucraina, dice il muftì supremo di Russia. Ripresa la retorica della propaganda del Cremlino. Posizioni simili dal patriarca ortodosso Kirill. Gran parte dei soldati russi impegnati contro Kiev è di fede islamica.

Mosca (AsiaNews) – Il muftì supremo di Russia, Talgat Tadžuddin, ha celebrato a Ufa, capitale della regione tatara del Baškortostan, la festa di ʿĪd al-aḍḥā, in russo il Kurban-Bajram in cui si ricorda il sacrificio di Isacco, e nell’omelia ha sostenuto apertamente le ragioni della guerra russa in Ucraina. In occasione della conclusione del grande pellegrinaggio alla Mecca, egli ha dichiarato che tale guerra va “assolutamente condotta fino alla fine, affinché nessun fascista o parassita rimanga accanto a noi, perché per costoro non bastano gli insetticidi, è come una peste bruna da cui preghiamo che l’Altissimo ci liberi”.

Tadžuddin aveva appoggiato la guerra già nei mesi scorsi; ad esempio quando a marzo aveva dichiarato che i musulmani di tutto il mondo “sono per la pace, e nessuno è felice della guerra, ma l’operazione speciale in Ucraina è una misura necessaria”. Ora il muftì è andato molto oltre quelle dichiarazioni, esprimendosi in toni particolarmente aggressivi.

Egli ha specificato che “quando il tuo vicino di casa è infestato dai parassiti, una turba di nazionalisti e di neonazisti, che nel corso di ben otto anni (due volte di più della Grande Guerra patriottica) si adoperano sistematicamente per lo spargimento di sangue e il genocidio nella terra molto sofferente del Donbass, noi non possiamo starcene tranquilli e rimanere a guardare, l’indifferenza non è ammissibile”. L’uso di terminologie specifiche nelle invettive contro gli ucraini, peraltro, fa propendere per una forte pressione del Cremlino su queste dichiarazioni di patriottismo islamico, anche per contrastare le spinte separatiste dei tatari del Volga, che la guerra ucraina ha decisamente riattivato.

Il capo dei musulmani russi ha attaccato gli Stati Uniti, aggiungendo che a essi si accodano tutti gli altri Paesi dell’Occidente: “Questa tradizione menzognera e invidiosa dell’Occidente nei confronti della nostra grande, unita e potente nazione si riproduce quasi ogni secolo”. Tadžuddin ha di molto superato con le sue affermazioni gli stessi proclami del patriarca ortodosso di Mosca Kirill (Gundjaev), ora inserito nelle liste delle persone sotto sanzione non solo inglesi, ma anche canadesi.

Il patriarca ha più volte difeso le Forze armate russe, assicurando che i soldati “sono mossi da profondi sentimenti di moralità” per la difesa del popolo russo, e ha anche sostenuto che “la Russia non ha mai attaccato e fatto del male a nessuno”, ma non ha mai appoggiato apertamente la guerra come fanno oggi i musulmani. La guerra rivela il grado di radicalismo religioso delle due religioni maggioritarie della Russia, l’ortodossia e l’islam, ma la prevalenza di soldati di religione musulmana nell’esercito russo sembra in qualche modo favorire le ragioni di Allah, rispetto a quelle del Cristo russo.

Il gran muftì ha concluso le ṣalāt, le canoniche preghiere collettive, con le invocazioni per la fortuna del popolo russo e la salute del presidente Putin. Egli ha ricordato che quest’anno hanno adempiuto al ḥajj, il grande pellegrinaggio che costituisce il quinto pilastro dell’islam, oltre 12 mila fedeli dalla Russia, compreso un gruppo di musulmani provenienti dall’autoproclamata repubblica di Donetsk, sottolineando il ruolo di grande protagonismo del Paese nel panorama mondiale della religione islamica.

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