02/03/2017, 08.45
SIRIA
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L’esercito siriano strappa una parte di Palmira dalle mani dello Stato islamico

Le truppe di Damasco, sostenute dai raid russi, hanno ripreso il controllo di un quartiere occidentale della città. Nelle mani dell’esercito anche la principale via di accesso alla città. Tuttora in corso forti scontri e pesanti bombardamenti nell’area. I jihadisti hanno indietreggiato, ma è forte il rischio di attentatori suicida. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Le forze governative siriane sono entrate nella storica città-simbolo di Palmira, uno dei luoghi dove la devastazione jihadista si è accanita di più in Siria, strappandola di nuovo al controllo dei miliziani dello Stato islamico (SI). Le truppe di Damasco, sostenute dai raid aerei russi, hanno ripreso parte di un quartiere nel settore occidentale della città. 

Nel dicembre scorso i jihadisti hanno riassunto il controllo dell’area respingendo l’assalto dell’esercito siriano, sostenuto dai raid aerei russi, Agli attacchi lo SI ha risposto con fuoco di artiglieria e attacchi suicidi compiuti da kamikaze.

Nei 10 mesi di occupazione fra l’estate del 2015 e i primi mesi del 2016 del sito di Palmira, patrimonio Unesco con duemila anni di storia alle spalle, Daesh [acronimo arabo per lo SI] ha distrutto molti monumenti e giustiziato il direttore delle antichità. La zona riveste un’importanza strategica per i miliziani a causa dei numerosi giacimenti di petrolio presenti nel sottosuolo.

Durante l’occupazione i miliziani hanno diffuso delle foto in cui si mostrava la distruzione di alcuni manufatti prelevati dal complesso di Palmira. Altre immagini mostravano l’esplosione dello storico tempio di Baal Shamin. Lo SI ha infine decapitato con un’esecuzione pubblica il direttore del sito Khaled al Assad, che si era rifiutato di rivelare il luogo in cui è conservata la gran parte dei reperti. 

Secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale di Stato Sana, le forze governative siriane hanno ripreso anche un’area strategica conosciuta col nome di “triangolo di Palmira”. Nelle mani dell’esercito anche la più importante via di accesso stradale alla città. 

Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base a Londra e una fitta rete di informatori sul territorio, aggiunge che sono tuttora in corso “forti scontri e pesanti bombardamenti” attorno alla cittadella, il cui controllo è cambiato più volte negli ultimi due anni. “Sono sul punto di riprendere la cittadella - aggiunge - lo Stato islamico ha indietreggiato, ma potrebbero aver lasciato attentatori suicida nella zona” per questo i governativi avanzano con cautela. 

In passato le Nazioni Unite hanno condannato le devastazioni compiute dai jihadisti a Palmira, definendole un “crimine di guerra”. 

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