31/08/2017, 08.28
RUSSIA-VATICANO
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L’enciclica di Kirill sui 100 anni del Patriarcato. Unire i cristiani in Russia e nel mondo

di Vladimir Rozanskij

A due secoli dalla sua soppressione da parte di Pietro il Grande, il Patriarcato è tornato a vivere nel 1917. La ripresa della riforma della Chiesa. I social per la lettura della Bibbia. Superare le divisioni, anche coi cattolici. Ex ambasciatore presso la Santa Sede: Garantire spazio vitale ai cristiani.

Mosca (AsiaNews) - Nei giorni scorsi è stata diffusa in Russia una lettera enciclica del Patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), in occasione del centenario del Concilio di Mosca del 1917-1918. Tale Concilio restaurò il Patriarcato russo dopo due secoli dalla sua abolizione per opera di Pietro il Grande. Va notato che la restaurazione avvenne nei giorni convulsi della rivoluzione.

Il capo dell’ortodossia russa avverte che le vicende di quel Concilio “non sono state comprese fino in fondo, nonostante sia passato un secolo… Molte delle idee che vennero espresse allora sarebbero utili e necessarie anche oggi”. Gli studi sul Concilio sono ripresi negli ultimi anni, e si sta realizzando un’importante edizione scientifica dei documenti da esso approvati. Verranno riproposti anche molti materiali sulla lunga preparazione pre-conciliare, in quel decennio molto vivace e fecondo della cultura e dell’ortodossia russa che si ricorda con il titolo di “secolo d’argento”.

Nella sua lettera, il patriarca spiega che l’attuale struttura del Patriarcato è stata riformata ricorrendo proprio alla memoria della fase conciliare di allora, quando si formò un organismo chiamato Presenza Pre-conciliare, una speciale “congregazione del Sinodo”. L’attuale Curia patriarcale di Mosca è stata rinominata da qualche anno Presenza Inter-conciliare, per ravvivare lo spirito comunionale nella vita ecclesiastica.

Secondo Kirill, oggi si possono riprendere le questioni lasciate allora in sospeso, a causa della rivoluzione e della successiva guerra civile, che portò all’instaurazione del regime sovietico. Si tratta, ad esempio, della gestione orizzontale o “conciliare” (in russo sobornoe) della parrocchia da parte del clero e dei laici, della riforma liturgica e della lingua delle celebrazioni, dell’unificazione degli statuti monastici, del rapporto tra clero “bianco” (uxorato) e clero monastico, e molte altre questioni legate alla pastorale, alla catechesi, all’insegnamento della teologia e della cultura biblica.

Diffondere la Bibbia sui social

Proprio per la diffusione della Bibbia, ad esempio, è stata attivata un’importante iniziativa da parte dell’Ufficio Missionario della diocesi della Provincia di Mosca, chiamata La Bibbia in un anno. Lo scopo è quello di fornire un aiuto alla lettura e allo studio della Sacra Scrittura, utilizzando gli strumenti di comunicazione oggi più in voga. Dal 1 settembre 2017 al 31 agosto 2018 è possibile iscriversi a uno dei “gruppi tematici” aperti su Facebook, Telegram o sul social russo VKontakte, dove si troveranno giorno per giorno le necessarie informazioni per leggere e discutere i brani scelti della Bibbia in appositi web-seminari.

Oltre a riproporre la memoria del Concilio, il patriarca Kirill sta compiendo altri gesti simbolici per educare i fedeli alla riscoperta dello spirito “conciliare” dell’Ortodossia russa. Visitando la regione di Smolensk, il 30 agosto egli ha consacrato una nuova chiesa in onore del martire palestinese s. Giorgio “il vittorioso”. Il giorno dopo, il patriarca ha benedetto con grande partecipazione ed enfasi un monumento a un principe dell’antica Rus’ di Kiev, Vladimir Monomakh, che proprio a Smolensk nel 1147 si rivolse agli altri principi russi con un famoso “Ammonimento”, in cui invitava a superare le divisioni interne per evitare di farsi travolgere dai popoli invasori che premevano sui confini del giovane stato slavo-orientale. La sua parola rimase inascoltata, finché l’antica Rus’ non fu cancellata dalle orde di Gengis Khan.

Sempre negli ultimi giorni di agosto si è tenuto a Mosca il III Forum Cristiano Internazionale sul tema della difesa dei cristiani perseguitati in Medio Oriente. Al Forum hanno partecipato oltre 200 delegati da Russia, Medio Oriente ed Europa, compresi delegati cattolici e protestanti. L’assise ha valutato lo sviluppo dei programmi umanitari di sostegno ai cristiani oggetto di violenze e “genocidio” nelle zone di guerra del terrorismo islamico, e anche le prospettive teoriche di una politica anti-globalista intorno a cui riunire tutto il mondo cristiano, grazie proprio all’iniziativa degli ortodossi russi.

Dopo l’incontro col card. Parolin

Come si è visto nella visita a Mosca del cardinale Parolin, anche l’intensificarsi dei contatti con il Vaticano, hanno lo scopo di favorire un’unione universale dei cristiani contro le minacce del mondo moderno. Lo ha ricordato in un’intervista alla rivista russa Argumenty i Fakty l’ex-ambasciatore russo presso la S. Sede, Vjačeslav Kostikov, secondo cui “la tendenza contemporanea del fenomeno religioso conduce a un prevalere dell’islam sul cristianesimo”. Kostikov ha ricordato le politiche aggressive della Turchia negli appelli ai turchi residenti in Germania e in Europa, che rischiano di destabilizzare il continente sostenendo una progressiva islamizzazione della società europea. Per questo, conclude il diplomatico, “nelle attuali condizioni, al centro delle relazioni tra i cattolici e gli ortodossi, e in particolare tra Mosca e il Vaticano, più che le differenze di opinione si deve porre il problema della difesa del comune spazio del cristianesimo”.

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