22/02/2005, 00.00
TERRA SANTA - KAZAKHSTAN
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L'incontro con Cristo per ogni uomo, l'eredità di don Giussani in Asia

In Kazakhstan anche i musulmani pregheranno per il fondatore di CL, morto questa notte.

Roma (AsiaNews) – Parole commosse di gratitudine per una persona che ha trasmesso la presenza viva di Cristo nella storia e educato all'incontro incondizionato con tutti gli uomini. Questo il ricordo di don Giussani condiviso ad AsiaNews da alcuni membri di Comunione e Liberazione che operano in zone particolari dell'Asia, quali la Terra Santa e l'ex Unione sovietica.

TERRA SANTA

"Abbiamo appreso della notizia della morte di don Giussani al Santo Sepolcro, alla messa delle 7 di questa mattina". Da Gerusalemme parla con tono commosso Sobhy Makoul, membro di Comunione e Liberazione in Terra Santa. "Eravamo lì riuniti con alcuni amici della Compagnia delle Opere in missione in Terra Santa. Ci è venuto spontaneo pensare che non è stato un caso che la notizia della sua morte ci sia arrivata mentre eravamo alla tomba di Cristo. La morte non è la fine, nemmeno quella di don Giussani. È l'inizio di una vita eterna e speriamo che per noi segni un nuovo inizio".

Makoul è un cristiano maronita, ha conosciuto il movimento di CL 20 anni fa: "Mi ha cambiato la vita, mi ha donato uno sguardo positivo sulla realtà". Makoul racconta come l'amicizia con don Giussani e l'appartenenza al movimento di CL siano diventate per lui motivo di maggior dedizione nel suo impegno in Terra Santa: "Don Giussani mi ha educato ad avere uno sguardo aperto a tutti, cercando di andare avanti nonostante le difficoltà che in una terra come questa non mancano".

"Don Giussani" prosegue Makhoul "mi ha insegnato a non escludere nessuno e a creare amicizia fra tutti gli uomini, ebrei, musulmani e cristiani. Grazie al suo esempio ho trovato la forza di cercare il dialogo anche con coloro che mi volevano fare del male". "Di fronte ai problemi lui amava ripetere: Alla fine sempre il Cristo vincerà" conclude Makoul. "Questa parola ci guida ancora oggi, qui in Terra Santa".

KAZAKHSTAN

La testimonianza di don Giussani e l'opera da lui iniziata sono arrivate anche nelle steppe del Kazakhstan. Da Astana don Edo Canetta, membro di CL, ricorda "l'amicizia e la disponibilità ad incontrare il prossimo senza preclusioni" come i tratti più incisivi dell'insegnamento di don Giussani. 

"Il valore più grande che lui ci lascia è la disponibilità all'incontro indistinto con tutti. Il dolore per la sua perdita è troppo grande - continua con voce rotta dall'emozione don Canetta, sacerdote fidei donum, da 11 anni in Kazakhstan. Lui è l'origine della nostra presenza qui. I vescovi locali ci chiesero di venire e lui invitò a metterci a disposizione".

Don Canetta racconta di aver ricevuto telefonate e messaggi di condoglianze anche da musulmani per la morte del fondatore di CL: "Tutti ci hanno detto che pregheranno per lui. Don Giussani era molto conosciuto nel mondo musulmano, che lo aveva incontrato attraverso i suoi libri".

La presenza di don Giussani ha accompagnato ogni giorno la comunità di CL in queste terre: "Noi, come religiosi, ma anche i laici, lo abbiamo sempre sentito vicino, nonostante la lontananza fisica" sottolinea don Canetta. "E questo grazie alla sua continua amicizia. Diversi giovani del posto lo hanno conosciuto in Italia e lo ricordano in modo molto vivo".

"Nella quotidianità - continua il sacerdote -  lo abbiamo sempre avuto nel cuore e penso che la cosa fosse reciproca".  In occasione dei 50 anni del movimento don Giussani ha sottolineato la grandezza della presenza di CL proprio in Kazakhstan e Siberia, ai confini del mondo sovietico e islamico.

Oggi tutte le comunità di CL in Kazakhstan celebreranno una messa in ricordo del fondatore defunto. (LF-MA)

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