11/11/2011, 00.00
KAZAKISTAN
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La legge sulla libertà religiosa fa scattare l’allarme terrorismo islamico

di Nina Achmatova
Le autorità riconoscono per la prima volta la presenza sul territorio kazako di una cellula fondamentalista ispirata al radicalismo caucasico: i "Soldati del califfato". Loro la firma del recente duplice attentato nell’Ovest, come rappresaglia alla legge draconiana sui gruppi religiosi.
Astana (AsiaNews) – In Kazakistan è allarme terrorismo islamico. Per la prima volta le autorità hanno ammesso la presenza di gruppi terroristi nel Paese più ricco dell’Asia centrale finora ritenuto un bastione di stabilità, al riparo dai movimenti integralisti. Secondo la Procura generale, le due bombe esplose il 31 ottobre ad Atyrau sono state firmate dal gruppo Djund Al-Khalifat (‘Soldati del califfato’), che aveva rivendicato l’attacco con un video (v. foto) di cui finora il governo aveva negato l’esistenza. L’operazione, a quanto spiegano gli stessi attentatori, è stata una rappresaglia per la draconiana legge sulla libertà religiosa, varata a ottobre da Astana, che tra l’altro proibisce ogni pratica di culto all’interno degli edifici statali.

A far luce sulle attività del gruppo sono stati tre dei suoi componenti che hanno confessato la responsabilità del duplice attentato, dopo essere stati arrestati la settimana scorsa. L’altro presunto terrorista, che formava la cellula islamica, è stata l’unica vittima delle bombe ad Atyrau, avendo maneggiato con poca cura il materiale esplosivo.

Secondo quanto riferito dalla Procura, i "Soldati del califfato" sono nati nel 2009, ispirandosi a una delle figure più note del radicalismo islamico caucasico, il "martire" Sayeed Buryatskij, un russo convertito all’islam, ucciso a marzo in Inguscezia da agenti del Fsb. Buryatskij, 28 anni, era ritenuto l’organizzatore dell’attentato al treno Mosca-San Pietroburgo del 2009, in cui morirono 26 persone. I quattro aspiranti terroristi, inoltre, avrebbero combattuto le truppe alleate in Afghanistan, a fianco dei talebani.

A colpire gli analisti è stato anche l’obiettivo dell’attacco, non casuale: la città di Atyrau. Situata nell’Ovest del Paese, poco distante dalla polveriera del Caucaso del Nord, Atyrau è la "capitale" del fiorente distretto petrolifero che comprende i campi di Tengiz e di Kashagan. Il centro cittadino ospita le sedi di importanti major straniere che operano sul territorio kazako: da Eni, a Chevron, Tengizchevroil ed ExxonMobil. (N.A.)

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