23/12/2017, 11.50
FILIPPINE
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La tempesta tropicale Tembin spazza le Filippine: più di 100 morti

La zona più colpita è la parte meridionale, in particolare l’isola di Mindanao. Il bilancio destinato ad aumentare. Un villaggio scomparso dalle mappe geografiche. Il suolo devastato dalle compagnie minerarie che sfruttano in maniera indiscriminata le risorse del sottosuolo.

Manila (AsiaNews) – È di oltre 100 morti il bilancio della tempesta tropicale Tembin che ieri ha investito la parte meridionale delle Filippine con venti fino ad 80 km/h. Lo riferiscono fonti ufficiali di Manila, che riportano che il tifone, conosciuto a livello locale con il nome di “Vinta”, ha spazzato via case e baracche e un intero villaggio di montagna, franato a valle insieme alla valanga di fango che lo ha travolto. Una delle zone più colpite è quella di Zamboanga del Norte, nell’isola di Mindanao, dove si registrano 47 vittime. Ad AsiaNews p. Sebastiano D’Ambra, Pime, che si trova proprio sull’isola, riferisce: “Non ci aspettavamo una devastazione di questa portata. Diverse zone sono allagate, le case vicino al fiume sono state trascinate via dell’inondazione. Purtroppo queste sono le conseguenze negative del cambiamento climatico”.

Secondo le autorità, il numero delle vittime è destinato ad aumentare, dato che diverse zone remote risultano ancora irraggiungibili. Il villaggio di Dalama, nella zona di Tubod (Lanao del Norte) dove vivevano 2mila persone, è stato cancellato dalle mappe geografiche. Vicmar Paloma, a capo dell’ufficio disastri, riferisce che 103 case sono andate completamente distrutte.

Le Filippine sono flagellate da almeno 20 cicloni ogni anno, di cui uno solo la scorsa settimana. Ma Mindanao, la seconda isola dell’arcipelago dove vivono circa 20 milioni di abitanti, di rado è investista da piogge così violente. Rappresentati del governo fanno sapere che almeno 12mila persone sono sfollate.

P. D’Ambra spiega che “di norma i cicloni investono la parte settentrionale delle Filippine, non la zona meridionale di Mindanao”. Poi denuncia: “La cosa che fa riflettere è che le zone dove il disastro ha fatto più danni sono proprio quelle in cui da anni si scavano miniere, che estraggono in maniera indiscriminata le risorse del sottosuolo e distruggono l’ambiente. Per esempio, nella zona di Siocon [nella parte settentrionale dell’isola], il letto del fiume è quasi scomparso a causa dello sversamento dei detriti delle miniere. Quindi quando si verificano questi acquazzoni, l’acqua di sparge dappertutto invece di incanalarsi nel letto del fiume”. “Spero che il governo – conclude – rifletta in maniera seria sulla protezione dell’ambiente e non conceda più alle compagnie minerarie di sfruttare senza criterio il suolo ricco di zinco e oro. Questo è il prezzo che si paga”.

 

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