03/03/2022, 12.49
PAKISTAN
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Lahore, cattolici e società civile onorano la memoria del ministro Bhatti

di Shafique Khokhar

Il 2 marzo 2011 il politico cattolico è stato massacrato da un commando talebano per la sua lotta a favore delle minoranze e contro gli abusi legati alle leggi sulla blasfemia. La sua opera ancora oggi esempio per una nazione rispettosa dei diritti. L’arcivescovo di Canterbury ha visitato il Pakistan e reso omaggio alle vittime della All Saints Church. 

Lahore (AsiaNews) - Cattolici, attivisti e semplici cittadini si sono riuniti ieri nell’undicesimo anniversario dall’omicidio per ricordare e onorare la memoria dell’allora ministro pakistano per le Minoranze Shahbaz Clement Bhatti, assassinato dai talebani pakistani il 2 marzo 2011. In prima fila nella lotta per i diritti umani, la protezione delle minoranze religiose (cristiani e non) e l’armonia confessionale nel Paese asiatico, egli è stato ucciso mentre si recava in ufficio in quella che è subito apparsa una esecuzione legata alla sua attività politica e umanitaria. Fra le ragioni che hanno armato la mano degli assassini, la strenua opposizione del ministro agli abusi commessi in nome delle leggi sulla blasfemia. 

Durante la cerimonia di suffragio i partecipanti hanno lanciato un appello al governo del Pakistan perché prenda tutti i provvedimenti necessari per la piena applicazione dei diritti umani, rafforzare la coesione sociale e la lotta all’estremismo e al terrorismo. Joseph Jansen, presidente di Voice for Justice, ne ricorda l’opera per la parità dei diritti e la lotta infaticabile alla ricerca della giustizia, contro la discriminazione e ogni forma di estremismo. Le forze che hanno decretato e voluto la sua morte, aggiunge, “non sono state eliminate” nonostante il piano nazionale di lotta al terrorismo; infine, egli ha rilanciato la battaglia contro ogni forma di abuso delle leggi sulla blasfemia e i linciaggi che vengono perpetrati in nome della religione. 

Per l’attivista pro diritti umani Ashiknaz Khokhar il ministro Bhatti aveva raggiunto diversi obiettivi negli anni al governo, fra i quali una maggiore rappresentatività delle minoranze al Senato, la quota del 5% nei pubblici uffici e la festa nazionale per le minoranze, che si celebra ogni anno l’11 di agosto. La sua memoria è un “patrimonio” da preservare e valorizzare ancora oggi a livello “religioso, politico e sociale” nel cammino di dialogo interreligioso e tutela dei diritti. Asif Bastian lo definisce “ambasciatore dell’armonia confessionale, simbolo della lotta per i diritti degli emarginati e voce di quanti erano senza voce”.

Secondo Ilyas Samuel ha lasciato un vuoto “difficile da colmare”, mentre Carol Noreen auspica che il suo sacrificio possa “risvegliare ancora oggi le coscienze” e rafforzare “l’opera comune” fra realtà diverse “per la promozione della pace e della giustizia”. Infine, il vescovo Johnson Robert sottolinea che il modo migliore per ricordare Bhatti è quello di raddoppiare gli sforzi per risollevare il Pakistan “dall’abisso, lottare contro l’estremismo in tutte le sue forme e ripristinare la visione di Jinnah [Mohammad Ali, padre fondatore del Pakistan] per il Paese”. 

Un appello contro gli abusi commessi in nome delle leggi sulla blasfemia arriva anche dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, che ha compiuto una tre giorni di visite ufficiali in Pakistan. Il capo della Chiesa inglese ha stigmatizzato l’uso delle norme “per colpire le minoranze non musulmane, inclusi i cristiani e gli indù che vivono in un clima di costante paura”. Egli ha inoltre condannato l’attacco contro due pastori cristiani a Peshawar il 30 gennaio scorso (uno dei due è deceduto) e ha reso omaggio alla memoria delle vittime della All Saints Church, teatro di attentato suicida nel settembre 2013 che ha provocato oltre 100 morti. 

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