28/04/2022, 08.55
UZBEKISTAN
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L’importanza del pollo per il popolo uzbeko

di Vladimir Rozanskij

Presidente Mirziyoyev: allevamento aviario è fondamentale per la vita nazionale. Fissate quote di produzione “sovietiche”. L’epopea dei polli mostra l’illusorietà dei piani presidenziali di “arricchimento della popolazione”.

Mosca (AsiaNews) – Šavkat Mirziyoyev ha compiuto nei giorni scorsi una solenne visita alla regione agricola di Kaškadar, dove è stato accolto con gli onori di un sultano dalla popolazione dei villaggi.  Il presidente dell’Uzbekistan ha illustrato il suo piano per l’intensificazione dell’allevamento di pollame per i prossimi sei anni, a suo parere un passo fondamentale per la vita nazionale.

Secondo le sue parole, “quando ogni uomo e ogni famiglia del nostro Paese potrà avere fiducia nel domani? Quando riuscirà ad avere profitti, se aveva una vacca ne avrà due, una capra e saranno quattro, 50 polli che diventeranno 100”. La sua dichiarazione ha letteralmente ringalluzzito la corsa all’aumento della produzione avicola in tutte le regioni uzbeke, e ora tutte le “makhally” (aziende agricole) fanno a gara nel comunicare alle autorità centrali l’aumento delle percentuali da parte degli allevatori locali.

Nella regione di Andižan, ogni makhallya ha promesso di fornire uno standard di 800 polli, anche se non sarà facile trovare abbastanza compratori, perché i polli “statali” devono vincere la concorrenza dei prezzi di mercato. A molti abitanti del luogo vengono regalate partite di polli come forma di credito. Nella provincia di Pakhtabad della regione di Andižan si sono formati gruppi di attivisti per distribuire i polli porta a porta, cercando soprattutto di liberarsi di quelli meno sani.

Una donna locale ha raccontato sotto anonimato a Ozodlik che “cercano di spaventare soprattutto quelli che attendono i sussidi familiari e per l’infanzia, ma nessuno di noi vuole questi polli, sia perché sono molto cari, oltre 7 dollari l’uno a fronte dei 3 dollari del mercato, sia perché sono mezzi morti e non resistono neanche una settimana”.

Le condizioni difettose dei polli sono una conseguenza del “programma intensivo” degli 800 polli per azienda, e se gli attivisti non riescono a venderli sono costretti a comprarli di tasca propria. Ogni sera essi vengono interrogati per ore, per assicurarsi che abbiano davvero venduto i volatili, e non li abbiano gettati da qualche parte. Il piano presidenziale insiste sull’impegno cooperativo degli allevamenti, di chiara memoria sovietica, e prevede entro un mese la distribuzione di 20-100 polli come minimo a 20 mila persone di ogni provincia.

Per riuscire ad accontentare Mirziyoyev, molte aziende hanno stretto contratti con fornitori bielorussi, che hanno portato più o meno ufficialmente oltre 2 milioni di uova di galline di razza “Tetra”. La catena cooperativa per far nascere e crescere i pulcini ha funzionato con notevoli disfunzioni, cercando di affrettare i tempi per soddisfare le richieste del piano, e da qui la scarsa qualità del prodotto finale. Siccome le banche non sono in grado di assistere le aziende, i polli sono stati usati come crediti direttamente per cittadini.

L’epopea dei “polli di Mirziyoyev” sta mostrando l’illusorietà dei piani presidenziali di “arricchimento della popolazione”, che passano attraverso linee burocratiche di stampo socialista, e come ai tempi sovietici producono false attestazioni a tutti i livelli della produzione. Negli ultimi sei anni sono stati firmati e imposti decine di risoluzioni e decreti per rilanciare le produzioni agricole, e proprio nel settore avicolo in questo 2022 sono già stati emessi 23 documenti governativi.

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