09/06/2014, 00.00
EGITTO
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Lotta alla povertà e all’estremismo islamico: le sfide del neo presidente egiziano al-Sisi

Ieri la cerimonia ufficiale del giuramento. Presenti le massime autorità del mondo arabo, per l’Occidente solo ambasciatori e rappresentanti diplomatici, assenti capi di Stato o di governo. Egli assicura una politica di “riconciliazione” e “tolleranza”, politiche economiche efficaci e lotta al terrorismo islamico.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - L'ex capo dell'esercito Abdul Fattah al-Sisi, 59 anni, ha giurato come nuovo presidente dell'Egitto, promettendo una politica di "riconciliazione, tolleranza" e il fermo proposito di debellare il "terrorismo" garantendo "sicurezza" nel Paese. Egli ha definito la sua elezione, conseguenza di una schiacciante vittoria alle urne nel maggio scorso, un "momento storico" e assicura di non voler trattare con quanti hanno "commesso violenze". Egli ha cacciato l'ex capo di Stato Mohammed Morsi - vicino alla Fratellanza islamica - lo scorso luglio e, da quel momento, ha perseguito una politica intransigente verso l'ala fondamentalista che ha boicottato di fatto il voto. 

Alla cerimonia hanno partecipato le principali autorità del mondo arabo; di contro, le cancellerie occidentali hanno mantenuto un basso profilo inviando ambasciatori e rappresentanti diplomatici, ma nessuno capo di Stato o di governo. La scorsa settimana re Abdullah dell'Arabia Saudita si è appellato al popolo egiziano, perché sostenga l'opera del neo-presidente Sisi. Presenti al giuramento anche l'emiro del Kuwait, il re del Bahrain, e i principi saudita e di Abu Dhabi. 

Sul fronte occidentale, poche le presenze di rilievo: gli Stati Uniti hanno inviato un alto membro della Segreteria di Stato in rappresentanza di John Kerry; la maggior parte dei Paesi europei hanno partecipato delegando ambasciatori e diplomatici di stanza al Cairo. Una decisione frutto delle preoccupazioni per la brutale repressione del dissenso che, nei mesi scorsi, è seguita alla caduta dell'ex presidente Morsi. 

Fra le priorità che al-Sisi dovrà affrontare e risolvere la grave crisi economica che ha colpito il Paese e il richiamo ai valori democratici e al rispetto dei diritti umani, dopo un lungo periodo caratterizzato da violazioni e abusi. Egli eredita una nazione divisa e fiaccata dalla guerra civile e da una feroce crisi economica, che ha portato oltre un quarto della popolazione egiziana a vivere al di sotto della soglia di povertà. Il neo capo di Stato ha annunciato progetti che riguardano 26 nuovi luoghi turistici, otto aeroporti e 22 complessi industriali.

La Chiesa cattolica e i cristiani di tutto l'Egitto attendono con fiducia i suoi primi passi, che si concentreranno su tre grandi temi: sicurezza, economia e cammino democratico. "La popolazione deve vedere gli effetti benefici di questo cambiamento - spiega ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana - soprattutto coloro che oggi sono emarginati dalla società devono capire che è questa la vera radice della ripresa".

 

 

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