16/11/2021, 14.11
FILIPPINE
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Manila, l'alleanza tra Sara Duterte e Marcos Jr.

La figlia del presidente uscente ha rinunciato alla corsa alla presidenza, ma sarà in lizza alle elezioni di maggio come numero 2 accanto al figlio dell'ex dittatore. Rodrigo Duterte (che non può ricandidarsi) si è rimangiato l'abbandono della politica e si candida al Senato, ma in uno schieramento diverso da quello della figlia. Sono 9 i candidati rimasti in corsa per il palazzo di Malacañan

Manila (AsiaNews) – Sara Duterte, la figlia del presidente uscente Rodrigo Duterte, è candidata ufficialmente alla vice presidenza delle Filippine nelle elezioni generali che si terranno il 9 maggio. A lungo indicata come la favorita nei sondaggi per la presidenza, la 43enne sindaco di Davao alla fine ha scelto di concorrere per la seconda carica dello Stato per il nuovo partito Lakas-CMD, creato dall’ex presidente Gloria Macapagal Arroyo. La legge elettorale filippina prevede che il presidente e il suo vice vengano eletti in modo distinto. Ma a Manila viene data ormai per scontata l’alleanza tra Sara Duterte e il senatore Ferdinand "Bongbong" Marcos Jr., il figlio dell’ex dittatore che ha “regnato” sulle Filippine dal 1965 al 1986.

L’ex sindaco di Davao è stata inserita nell’elenco dei candidati con il meccanismo delle rinunce: il termine per presentarsi alle elezioni era infatti scaduto il 9 ottobre, ma la legge offriva comunque tempo fino al 15 novembre a qualsiasi candidato per ritirarsi ed essere sostituito. Una facoltà alla quale sono ricorsi ben 10 diversi candidati, tra cui lo stesso presidente uscente Rodrigo Duterte: contrariamente all’annuncio di un mese fa sul suo ritiro dalla politica, Duterte padre ha preso il posto di un prestanome e ora è candidato al senato per il Pdds, partito che sostiene nella corsa alla presidenza il senatore Christopher Bong Go, suo storico alleato.

Proprio questo ricorso massiccio al meccanismo della surroga è stato commentato dagli osservatori come un grande riposizionamento interno al Pdp-Laban, il fronte che nel 2016 portò Rodrigo Duterte alla presidenza. Da questo stesso schieramento proviene, infatti, anche l’ex pugile Manny Pacquiao anche lui candidato alla presidenza, ma in rotta di collisione con l’attuale inquilino del palazzo di Malacañan. Un complesso intrigo di alleanze e dissidi, che si intreccia alla grande questione della collocazione geopolitica delle Filippine, dopo che in questi anni Duterte ha raffreddato i rapporti con Washington per avvicinarsi alla Cina.

Nella corsa alla presidenza restano in lizza in tutto nove candidature. Al di fuori dello scontro interno tra gli ex sostenitori di Duterte, il volto più accreditato dell'opposizione è quello dell’attuale vice presidente Leni Robredo, negli ultimi anni spesso entrata in conflitto con Rodrigo Duterte non solo per le sue politiche, ma anche per i suoi comportamenti personali.

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