13/01/2023, 08.55
KAZAKISTAN-RUSSIA-UCRAINA
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Mosca vuole le scuse di Astana per la yurta della discordia a Buča

di Vladimir Rozanskij

Le truppe russe sono accusate di crimini di guerra nella cittadina ucraina. I kazaki dicono al Cremlino che è un’iniziativa portata avanti da privati. Nazionalisti russi hanno mire sul nord del Kazakistan, dove si concentra una comunità russofona. La yurta usata per deridere Putin.

 

Mosca (AsiaNews) – Con una iniziativa sostenuta dall’ambasciata del Kazakistan in Ucraina, sulla piazza centrale della cittadina ucraina di Buča le autorità hanno allestito la “Yurta dell’incrollabilità”, una tipica tenda nomade asiatica dove si offrono il risotto “plov”, tè e dolciumi per rifocillarsi e riscaldarsi. Vi si ricaricano anche i cellulari e intonano canti popolari, soprattutto in questi giorni di temperature sottozero.

L’iniziativa, un’innocente installazione folcloristico-umanitaria, sta suscitando reazioni sempre più risentite da parte di Mosca, con note minacciose inviate dal ministero degli Esteri, a cui le autorità del Kazakistan cercano di sottrarsi parlando di “iniziativa locale” non organizzata direttamente da Astana.

La cittadina alle porte di Kiev, teatro di tragici scontri e massacri pubblici, rappresenta per i russi un nervo scoperto molto sensibile, per le immagini diffuse in tutto il mondo dei pacifici abitanti selvaggiamente uccisi e sparsi per la strada: secondo Mosca una farsa della propaganda russofoba ucraina. Per questo la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha preteso dal Kazakistan un “commento ufficiale” e una presa di distanza dalla Yurta, considerata una specie di affronto nei confronti di Mosca.

La risposta del rappresentante kazaco Ajbek Smadjarov rappresenta un tipico esempio di “astuzia orientale”, definendo la Yurta una “iniziativa di compagnie private kazake, che non potevamo proibire… hanno fatto tutto loro, e non ci abbiamo visto nulla di male, la yurta è una tradizionale abitazione dei nomadi, si monta e toglie in fretta ed è ecologicamente ottima”. I kazaki ritengono che “non ci fosse bisogno di alcun commento al riguardo, e comunque noi siamo fieri di ogni yurta in giro per il mondo”.

Il Kazakistan, del resto, cerca di mantenere una posizione neutrale fin dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, pur con espressioni apertamente critiche come quelle del presidente Tokaev, espresse peraltro direttamente e pubblicamente al “grande fratello” Putin. Astana non può schierarsi troppo apertamente a favore di Kiev, per la forte dipendenza in tanti settori da Mosca, e per mantenere la propria linea politica “multivettoriale”, come più volte enunciato da tutta la dirigenza politica kazaca.

D’altra parte, l’integrità territoriale dei Paesi è fondamentale per il Kazakistan, dove le tensioni con la Russia per le regioni di confine si mantiene molto elevata, in analogia con la situazione dell’Ucraina. Le critiche di Tokaev, infatti, hanno riguardato il non-riconoscimento delle repubbliche occupate e annesse, a cominciare dalla Crimea, più che le operazioni militari in quanto tali. Per questo la Yurta “indistruttibile” ha finito per assumere un significato ben più simbolico della festosa “accoglienza nomade”, un segno della presenza sul territorio degli “uomini liberi”, come recita il significato di “kazaki” e l’analogo locale dei “cosacchi”.

La Yurta all’inizio non sembrava richiamare nulla più che una delle tante manifestazioni di strada nelle feste per l’anno nuovo, pur nella drammatica condizione della guerra in corso. Le proteste russe hanno invece prodotto l’effetto del significato politico delle tende kazake, un “trionfo morale” dell’alleanza eurasiatica anti-russa. Le canzoni ucraine e kazake della Yurta vengono ora sistematicamente inframmezzate da ritornelli anti-Putin, con toni ironici più che polemici, come il semplice “Putin – la-la-la!” a indicare le parole a vuoto del dittatore del Cremlino, che feriscono l’aggressore più dei missili Himars Usa.

Il grido di sfida e dileggio non è soltanto una spontanea reazione di popolo, ma una citazione storica. Nel 1934 i dirigenti della Germania nazista erano andati su tutte le furie quando gli emigrati ebrei in America organizzavano cortei per deridere Hitler, pretendendo scuse ufficiali da Washington. Proprio come i dirigenti russi vogliono ora da Astana di fronte alla Yurta del nuovo anno 2023, chiamata non più soltanto “incrollabile”, ma anche “pietra angolare” di un mondo nuovo.

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