27/12/2018, 12.00
CINA
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Nazionalismo cinese in crescita: celebrare Natale è ‘una vergogna bruciante’ (VIDEO)

di Wang Zhicheng

Il direttore di una scuola elementare a Sixian lega il Natale di Cristo all’invasione delle potenze occidentali durante le guerre dell’oppio e dopo la Rivoluzione dei Boxer. Scolari della scuola media giurano di combattere “l’invasione delle feste occidentali” che è una “aggressione contro la cultura cinese”. Manifestazioni di piazza per “rifiutare il Natale” e ricordare Mao Zedong.

Pechino (AsiaNews) – Per il popolo cinese, celebrare Natale è “una vergogna bruciante” e “un’aggressione contro la cultura cinese”; piuttosto che celebrare la nascita di Gesù il 25 dicembre, è meglio celebrare la nascita di Mao Zedong il 26 dicembre. Sono alcuni degli slogan risuonati in questi giorni in alcune città della Cina, che fanno seguito al divieto di esporre decorazioni natalizie e proibire raduni che abbiano a tema il Natale.

Da diversi anni si cerca di ridurre l’impatto e “l’inquinamento spirituale” che il Natale provoca fra la popolazione cinese, soprattutto nel mondo universitario.

Quest’anno si è arrivati a proibire perfino lo scambio di auguri, gli addobbi alle vetrine dei centri commerciali, i canti, le vendite. Nei giorni scorsi la guerra contro il Natale ha assunto toni ancora più nazionalistici.

Alla vigilia di Natale, nella contea di Sixian (Anhui), Dong Xuefeng, direttore della scuola elementare della città ha radunato gli scolari e ha tenuto un discorso sostenendo che Natale è un disonore per il popolo cinese a causa delle umiliazioni del passato ricevute dalle potenze occidentali, tutte cristiane.

Dong ha parlato delle guerre dell’oppio e dell’invasione anglo-francese del 1860, che ha distrutto il palazzo imperiale d’estate a Pechino (lo Yuanmingyuan che, fra l’altro, è stato progettato da gesuiti europei). Ed ha continuato a parlare dei crimini delle potenze che hanno invaso la Cina nel 1900 (Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Russia, Austria, Stati Uniti e Italia), dopo la rivolta dei Boxer. “A parte i giapponesi – ha specificato – tutti loro erano cristiani. I crimini di cui si sono macchiati in Cina sono troppo numerosi da elencare”.

Dopo di lui, uno scolaro ha tenuto un discorso in cui ha ricordato che il giorno dopo Natale è l’anniversario della nascita di Mao Zedong. “Per i cinesi – ha detto – dovrebbe essere questa la festa da celebrare”.

Il giorno di Natale, nella contea di Gushi (Henan), nella scuola media Taohuawu gli insegnanti hanno organizzato una speciale cerimonia di giuramento (v. video 1). Ripetendo le parole dell’insegnante, gli studenti hanno proclamato: “L’invasione delle feste occidentali è in realtà un’aggressione contro la cultura cinese. Come discendente dell’Imperatore giallo [il mitico capostipite della razza cinese – ndr] io giuro, a partire da oggi, di sostenere l’autocoscienza culturale fiduciosa di sé e l’eredità della nostra civiltà. Voglio seguire le feste cinesi!”.

Nei giorni precedenti, in alcune città della Mongolia interna vi sono state manifestazioni in strada e davanti a esercizi commerciali di gruppi che hanno gridato slogan quali “Rifiutiamo ‘Silent Night’ e Natale!”; “Ricordiamo per sempre il presidente Mao Zedong!” (v. foto).

In altre parti, si sono tenuti discorsi sul Natale, il suo legame con le potenze occidentali che hanno umiliato la Cina, il rifiuto della festa del 25 dicembre e l’apprezzamento del ricordo di Mao Zedong (video 2). Il fatto che in luoghi diversi emergano le stesse tematiche, mostra che tutte le manifestazioni sono orchestrate dall'Ufficio della Propaganda del partito comunista cinese, che ha pubblicamente difeso questa "guerra all'inquinamento spirituale", perchè aiuta i giovani a "correggere la loro visione sulla vita e sui valori".

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