23/01/2018, 10.44
SIRIA
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Nunzio a Damasco: colpi di mortaio sulla città vecchia, ancora vittime fra i cristiani

Alcuni razzi lanciati dall’enclave di Goutha hanno provocato almeno otto morti e una ventina di feriti. Fra le vittime anche una ragazza di 17 anni e un bambino di tre. Card. Zenari: la strada per la pace è ancora “molto lunga”, in alcune aree del Paese si aprono “capitoli inquietanti”. Nella capitale “situazione sempre più critica”. 

 

Damasco (AsiaNews) - Il conflitto siriano “è ancora in atto” e la “strada” per il raggiungimento di una pace “stabile e duratura” è ancora “molto lunga”; in alcune aree del Paese “le violenze sono diminuite” e la situazione “sembra più calma”, mentre in altre “si stanno aprendo capitoli inquietanti”. È quanto racconta ad AsiaNews il card. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, commentando le violenze che hanno colpito in queste ultime ore alcuni settori della capitale siriana, provocando “vittime e feriti gravi” anche all’interno della stessa comunità cristiana. 

Ieri a Damasco diversi colpi di mortaio lanciati dall’enclave ribelle di Goutha, alla periferia est della capitale, hanno colpito la città vecchia e alcuni quartieri cristiani fra cui Bab Touma e al-Shaghour, provocando almeno otto morti all’interno della comunità cristiana. Fra questi una ragazza di 17 anni di nome Rita (nella foto), altri due adolescenti e un bambino di tre anni. A questi si aggiungono oltre 20 feriti, ma il bilancio potrebbe aumentare nelle prossime ore. 

I razzi hanno inoltre centrato diversi palazzi e luoghi di culto, provocando il danneggiamento di alcune chiese come peraltro è già avvenuto nelle scorse settimane. Secondo alcune stime in sei anni di bombardamenti e colpi di mortaio la capitale ha registrato circa 7mila morti e almeno 21mila feriti. 

“Ieri mi trovavo per caso di passaggio all’ospedale francese - racconta il card. Zenari ad AsiaNews - il pomeriggio verso le 4. Ho visto diversa gente ferita, sangue ovunque da fare impressione, feriti trasportati dalla città vecchia di Damasco oggetto in precedenza di un lancio di mortai. Il lancio di razzi è iniziato verso le due e ha provocato diversi danni. Sono almeno venti, se non una trentina i feriti, non vi è ancora un bilancio ufficiale. E si contano anche dei morti”. Fra le persone colpite dai mortai, prosegue il nunzio apostolico, vi sono anche “alcuni allievi che uscivano dalle scuole cristiane”. 

Secondo il porporato nelle ultime settimane la situazione a Damasco si è fatta sempre più “critica” per “la caduta di colpi di mortaio e razzi”. In passato, aggiunge, la capitale si poteva considerare “più tranquilla”, invece nell’ultimo periodo “il fenomeno dei lanci è andato sempre più aumentando” colpendo persone e luoghi di culto. 

“Anche in passato si registravano colpi di mortaio - aggiunge il card. Zenari - ma erano episodi minori, ora si registra una recrudescenza del conflitto” che ha finito per investire anche la comunità cristiana della capitale. “Non si capisce - prosegue - se vogliano colpire i cristiani in particolare o se si tratta di razzi lanciati a caso. Difficile dare una lettura e non bisogna trarre conclusioni affrettate”. 

L’interpretazione più plausibile, conclude il nunzio a Damasco, “è che le violenze di questo conflitto terribile siano ancora in atto e che la strada per il raggiungimento di una pace stabile duratura sia ancora molto lunga”. “In alcune aree del Paese sembra diminuire, mentre altrove [vedi l’offensiva turca su Afrin, ndr] si aprono capitoli inquietanti. Abbiamo sperato la guerra potesse concludersi, ma oggi sembra che la strada sia ancora lunga”.(DS)

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