11/08/2007, 00.00
ONU - IRAQ
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Onu: sì ad una maggiore presenza in Iraq

Il Consiglio di Sicurezza approva all’unanimità la risoluzione 1770: le Nazioni Unite tornano per contribuire alla riconciliazione nazionale, al dialogo tra Baghdad ed i suoi vicini e agli aiuti umanitari. L’Onu manteneva da 4 anni una presenza più che altro simbolica. Scettica la popolazione: non servirà a sanare le forti divisioni interne.
New York (AsiaNews/Agenzie) – Con un voto unanime, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri la proroga di un anno dell'Unami, la missione di assistenza in Iraq, che di fatto era stata ridotta al minimo nel 2003 dopo l’attentato che a Baghdad costò la vita al capo missione Sergio Vieira de Mello ed altre 21 persone. Il mandato dell’Unami, che scadeva proprio ieri, è ampliato dall’ambito prevalentemente umanitario a quello politico.
 
La risoluzione approvata al Palazzo di Vetro – la numero 1770 – è stata presentata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, le due potenze con il maggior numero di truppe nel Paese. Le Nazioni Unite torneranno in Iraq per contribuire alla riconciliazione nazionale, favorire le buone relazioni tra Baghdad ed i suoi vicini e continuare a gestire gli aiuti umanitari. Tra gli obiettivi dell’Unami, anche quello di appoggiare la revisione della Costituzione e l'organizzazione delle elezioni future. Il numero dei membri dello staff Onu in Iraq passerà da 65 a 95 persone; mentre sarà il Segretario generale Onu, Ban Ki-moon, a nominare il nuovo capo missione.
 
“Un segnale importante” il voto di ieri secondo la Casa Bianca, che per bocca di una portavoce ha fatto sapere che gli Usa “si rallegrano della possibilità di lavorare con le Nazioni Unite ed i loro partner internazionali per appoggiare il governo iracheno e promuovere il dialogo politico”. L’ambasciatore statunitense in Iraq, Zalmay Khalilzad, ha spiegato alla stampa che si stia cercando di “internazionalizzare l’impegno” per fare in modo che l’Iraq sani le sue divisioni interne e che i Paesi vicini contribuiscano positivamente a questo processo.
 
Ma tra la popolazione locale c’è scetticismo. In molti credono che l’ampliamento della missione Onu non potrà fare niente contro le lotte settarie, che dividono il Paese: “Serve un cambiamento radicale per arrivare ad un governo laico, non confessionale e non di parte”, dicono alcuni abitanti di Baghdad.
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