13/11/2018, 11.53
PAKISTAN
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Pakistan, caso Asia Bibi: in stallo le trattative per l’asilo all’estero

La donna cristiana è stata assolta dall’accusa di blasfemia ma non può ancora lasciare il Paese. Il Canada offre l’asilo in via ufficiale, il Regno Unito nega ogni forma di accoglienza per timore di attacchi alle ambasciate di tutto il mondo. Una grande gioia: il marito ha riabbracciato Asia.

Islamabad (AsiaNews) – In Pakistan sono in stallo le trattative per l’asilo all’estero di Asia Bibi, la donna cristiana assolta dall’accusa di blasfemia, liberata ma costretta a rimanere nel Paese dato che i radicali islamici hanno ottenuto dal governo la revisione delle sentenza. Lo riferisce ad AsiaNews Joseph Nadeem, direttore esecutivo di Reinassance Education Foundation, che riporta: “Non abbiamo novità, siamo all’oscuro dei contatti tra il governo e i Paesi stranieri. I giornali riportano tante notizie, ma non tutte sono vere”. Intanto la madre cristiana rimane “nascosta in una località segreta”. Tuttavia, racconta con gioia l’attivista, “una notizia positiva c’è: ha potuto incontrare il marito, dopo 10 anni”.

La vicenda di Asia Bibi, arrestata nel 2009 e condannata a morte nel 2010 con la falsa accusa di aver offeso il profeta Maometto, coinvolge le cancellerie di diversi Paesi in tutto il mondo. Alcuni, come il Canada, hanno rivelato in modo ufficiale trattative riservate con il governo pakistano. Ieri il premier Justin Trudeau, in Francia per partecipare alle commemorazioni per i 100 anni dalla fine della Prima guerra mondiale, ha detto che il suo governo ha avviato “discussioni” sulla “potenziale offerta di asilo”. “Il contesto interno al Paese – ha aggiunto all’Afp – è molto delicato e noi lo rispettiamo. È per questo motivo che non posso aggiungere altro, però vorrei ricordare che il Canada è un Paese accogliente”.

Altri Stati, come la Gran Bretagna, hanno escluso in modo categorico ogni forma di protezione e accoglienza. Il motivo è il timore di “rivolte” sul territorio inglese e il rischio di attacchi dei radicali islamici contro le sue ambasciate in ogni parte del mondo.

Nelle scorse settimane Ashiq Masih, marito di Asia, aveva lanciato un appello proprio al Regno Unito, e in secondo luogo anche a Usa, Canada e Italia. Secondo Abraham Mathai, presidente di Indian Christian Voice, la posizione del primo ministro inglese Theresa May è “imbarazzante, deplorevole e scioccante”. Essa dimostra che “ormai nel Regno Unito è stata portata a compimento l’estrema radicalizzazione [del Paese], dato che esso soccombe alle pressioni degli estremisti e nega l’asilo ad Asia Bibi”.

Joseph Nadeem racconta che la famiglia di Asia continua a “pregare per la buona risoluzione [della vicenda], nel frattempo ringrazia sempre il Signore per la sua liberazione. La madre cristiana è sottoposta ad un regime speciale di sicurezza. Siamo in attesa di tempi migliori. Tutti loro sperano di poter finalmente condurre una vita da liberi, al sicuro e lontano dal Pakistan”.

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