07/08/2022, 12.36
VATICANO
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Papa, Ucraina: l’accordo sui cereali ‘segno di speranza’ verso una ‘pace giusta’

All’Angelus il “dolore” per i pellegrini diretti a Medjugorje e deceduti nell’incidente stradale avvenuto ieri in Croazia. La “benedizione” ai giovani pellegrini a Compostela. Nella preghiera mariana il pontefice ha ricordato le due esortazioni rivolte da Gesù, “non temere” e “siate pronti”. L’invito a vincere “le paure” che paralizzano e a superare la tentazione di una “vita passiva”. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cereali”. È quanto ha affermato papa Francesco oggi all’Angelus, tornando ancora una volta sulla guerra lanciata da Mosca contro Kiev che rischia di alimentare - con il blocco dei trasporti - la fame nel mondo perché colpisce una realtà strategica nella produzione globale. Questo passo, prosegue il pontefice, “dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti che giovano a tutti”. Un avvenimento, auspica, che è “segno di speranza” perché “seguendo questa strada” si possa “mettere fine ai combattimenti” e raggiungere una pace “giusta e duratura”. 

Il papa ha quindi ricordato “con dolore” le vittime dell’incidente stradale di ieri in Croazia, che ha coinvolto un gruppo di pellegrini polacchi diretti a Medjugorje, causando almeno 12 vittime e 18 feriti, alcuni dei quali in modo grave. “La Madonna - ha aggiunto - interceda per loro e per tutti i loro familiari”. Il pontefice ha infine rivolto una benedizione ai partecipanti e agli organizzatori al pellegrinaggio europeo dei giovani al santuario di Compostela, che oggi celebrano la “giornata culminante” del loro cammino. Un appuntamento rinviato l’anno scorso a causa della pandemia, che ha determinato anche l’estensione a tutto il 2022 dell’anno santo Compostelano. “La vita - ha detto loro Bergoglio - sia un cammino con Gesù Cristo, un cammino verso Dio e verso i fratelli, un cammino nel servizio e nella gioia”. 

Nell’introdurre la preghiera mariana, il pontefice ha ripercorso la liturgia odierna in cui Gesù si rivolge ai discepoli “per rassicurarli da ogni paura e per invitarli alla vigilanza”. Le due esortazioni, “non temere, piccolo gregge” e “siate pronti”, sono due “parole-chiave” per vincere le paure che “paralizzano” e superare “la tentazione di una vita passiva”. Il pontefice spiega come Cristo voglia incoraggiare i discepoli, sottolineando che “non bisogna affannarsi e agitarsi” perché la nostra storia è “saldamente nelle mani di Dio”. A volte, prosegue, “ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e angoscia” per l’incapacità di realizzare i progetti, di essere felici, di non essere riconosciuti e amati. Da qui l’affanno in cerca di sicurezze, beni, ricchezze che finiscono per far “vivere nell’ansia e nella preoccupazione costante”. In questo senso Gesù “ci rassicura: non temete!” e “fidatevi del Padre”, perché questa è “la certezza a cui attaccare il cuore”. 

Tuttavia, il papa avverte che lo sguardo del Signore “non ci autorizza a dormire, a lasciarsi andare alla pigrizia” ma, al contrario, è un ulteriore invito a “essere svegli, vigilanti”. “Amare infatti - sottolinea Francesco - significa essere attenti all’altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti” che è anche “il secondo invito di oggi”. Il pontefice ricorda il passo in cui Shakespeare fa dire ad Amleto che nelle “varie” situazione della vita “essere pronti è tutto”, un atteggiamento che riassume quella che definisce “saggezza cristiana”. Gesù ripete questo invito attraverso tre parabole sul padrone di casa “nella prima, ritorna d’improvviso dalle nozze, nella seconda non vuole farsi sorprendere dai ladri, e nella terza rientra da un lungo viaggio. In tutte, il messaggio - avverte il papa è lo stesso: bisogna restare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti, non cedere alla pigrizia interiore, perché, anche nelle situazioni in cui non ce l’aspettiamo, il Signore viene”.

Anche Sant’Agostino diceva “ho paura che il Signore passi e io non me ne accorga”. Vigilare significa dunque “essere responsabili” e custodire i beni “con fedeltà”, prendendoci cura del patrimonio “che il Signore ci ha lasciato”. “Fratelli e sorelle, camminiamo senza paura, nella certezza - conclude papa Francesco - che il Signore ci accompagna sempre. E restiamo svegli, perché non ci succeda di addormentarci mentre il Signore passa. Ci aiuti la Vergine Maria, che ha accolto la visita del Signore e, con prontezza e generosità, ha detto il suo “eccomi”.

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