23/09/2015, 00.00
VATICANO - CUBA
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Papa: “se sono comunista?... Se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo...”.

Francesco ha risposto ad alcune domande dei giornalisti durante il volo da Cuba. Sull’embargo ha espresso la speranza “che si arrivi a un accordo che soddisfi le parti”. “La Chiesa cubana ha lavorato per compilare liste di prigionieri a cui concedere l'indulto, ed è stato concesso a più di tremila”. Con Fidel Castro “abbiamo parlato tanto sull'enciclica, Laudato Sì. Lui è molto preoccupato per l'ambiente”.

Washington (AsiaNews) – Quello che papa Francesco ha scritto e detto sull’imperialismo economico e in genere sui temi economici “è nella dottrina sociale della Chiesa”. L’ha detto lo stesso Francesco nel corso di una conversazione con i giornalisti sul volo che da Cuba lo ha portato a Washington.

“Sull'essere comunista o non comunista – ha risposto infatti a una domanda - io sono certo di non aver detto una cosa in più rispetto a ciò che c'è nella Dottrina sociale della Chiesa. Durante l'altro volo una vostra collega mi aveva chiesto, a proposito del mio intervento ai movimenti popolari: ‘Ma la Chiesa lo seguirà?’. Ho risposto: sono io a seguire la Chiesa, e su questo credo di non sbagliare. Le cose si possono spiegare, forse qualcosa ha dato un'impressione un po' più ‘sinistrina’, ma sarebbe un errore di interpretazione. La mia dottrina su tutto questo, la Laudato sì e sull'imperialismo economico, è nell'insegnamento sociale della Chiesa. E se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo...».

Il Papa, che si è detto “contento di aver visitato Cuba”, ha spiegato che la decisione di recarsi sull’isola caraibica è venuta in seguito al disgelo tra L’Avana e Washington. “L’annuncio del disgelo, il 17 dicembre scorso, ha fatto propendere per la decisione di arrivare negli Stati Uniti proprio da Cuba. E, a proposito della fine totale dell’embargo statunitense a Cuba, Francesco ha espresso la speranza “che si arrivi a un accordo che soddisfi le parti. Rispetto alla posizione della Santa Sede sugli embarghi, i Papi precedenti ne hanno parlato, non solo di questo caso. Ne parla la dottrina sociale della Chiesa. Al Congresso non parlerò in modo specifico di questo tema, ma accennerò in generale agli accordi come segno del progresso nella convivenza”.

Poi il problema della dissidenza cubana. Rispondendo a una domanda sul perché non avesse incontrato i dissidenti, il Papa ha spiegato: “Non ho ricevuto nessuno in udienza privata, e c'era anche un capo di Stato che la chiedeva. La Chiesa cubana ha lavorato per compilare liste di prigionieri a cui concedere l'indulto, ed è stato concesso a più di tremila. Ci sono ancora altri casi allo studio, me l'ha detto il presidente della Conferenza episcopale. Qualcuno mi ha detto: sarebbe bello eliminare l'ergastolo! È quasi una pena di morte nascosta, tu stai lì morendo tutti i giorni senza la speranza di liberazione. Un'altra ipotesi è che si facciano indulti generali ogni uno o due anni. Ma la Chiesa sta lavorando e ha lavorato... Non dico che tutti questi tremila erano nelle liste presentate dalla Chiesa, no. Ma la Chiesa ha compilato delle liste, ha chiesto indulti e continuerà a farlo”.

“Nei discorsi che ho fatto a Cuba – ha detto ancora - ho sempre fatto cenno alla dottrina sociale della Chiesa. Ma le cose che si devono correggere le ho dette chiaramente, non in modo ‘profumato’”. “Qui a Cuba il viaggio è stato molto pastorale, con la comunità cattolica, con i cristiani e anche con le persone di buona volontà. I miei interventi sono stati omelie. Anche con i giovani, che erano giovani credenti e non credenti e fra i credenti ce n'erano di diverse religioni, è stato un discorso di speranza, di incoraggiamento del dialogo per cercare quelle cose che ci accomunano. È stato un linguaggio più pastorale”.

Quanto all’incontro con Fidel Castro e alle sofferenze della Chiesa cubana durante il regime castrista, il Papa ha detto che “il pentimento è una cosa molto intima, una cosa di coscienza. Abbiamo parlato tanto sull'enciclica, Laudato Sì. Lui è molto preoccupato per l'ambiente. Per quanto riguarda il passato abbiamo parlato del collegio dei gesuiti e di come lo facevano lavorare”.

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