05/06/2019, 14.30
VATICANO
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Papa: è ‘una sconfitta per tutti’ la morte di Noa Pothoven

Un tweet di Francesco a commento della morte della giovane olandese. La ragazza avrebbe scelto la morte per porre fine ad “anni di sofferenze psichiche”, dovute a ripetuti episodi di violenze sessuali, subite fin da quando aveva 11 anni.

Città del Vaticano (AsiaNews) – E’ “una sconfitta per tutti” la morte di Noa Pothoven, la giovane olandese che, a 17 anni, ha scelto di morire. Una morte per  eutanasia, secondo le prime informazioni. In proposito, un tweet di papa Francesco afferma che “L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza”.

La ragazza avrebbe scelto la morte per porre fine ad “anni di sofferenze psichiche”, dovute a ripetuti episodi di violenze sessuali, subite fin da quando aveva 11 anni. Lei stessa ha raccontato l’orrore subito nell’autobiografia “Vincere o imparare” (Winnen of leren).

“Noa – ha commentato la Radio vaticana nel dare la notizia della morte di Noa - era entrata nel tunnel della depressione, dell’anoressia. Aveva subito trattamenti invasivi come l’elettroshock. Parole slegate tra di loro se non si guarda alla persona, se non si accoglie l’altro, se non lo si prende sulle proprie spalle. Una società per dirsi civile, evoluta, dovrebbe fare proprio questo: proteggere, aiutare chi più debole, indifeso, fragile. Questo ovviamente ha un costo. Costa in termini di strategia, persone, investimenti, risorse, e in questo senso un’iniezione ha certamente un impatto inferiore. Noa era sfinita. Scriveva di una “sofferenza insopportabile”.

“Oggi, prosegue l’emittente. si parla della ‘guerriera e blogger della malattia mentale’ affidata alla misericordia del Padre celeste. Una ragazza uccisa, calpestata, abbandonata e di fatto ignorata. Ha descritto nel suo libro la lotta per vivere, per sconfiggere mostri e putridume. Voleva aiutare altri ragazzi, chi è più fragile. Sosteneva che nel suo Paese non c’erano strutture in grado di farsi carico chi avesse subito ciò che aveva dovuto affrontare lei. Sui social ha annunciato la sua decisione di morire, ha spiegato che non si sentiva più viva da ‘troppo tempo’, di percepire il suo corpo ‘ancora sporco’ e di come la sua scelta fosse consapevole”.

Ora sembra che le autorità olandesi abbiano precisato che a Noa l’eutanasia era stata rifiutata e che la giovane avrebbe scelto di “lasciarsi morire” smettendo di mangiare e bere. Secondo la stampa olandese, nei suoi ultimi giorni, Noa è stata seguita da un gruppo di esperti e medici che le hanno somministrato cure palliative per non farla soffrire. Di fatto, un suicidio assistito. Che, brutalmente, costa meno che aiutare psicologicamente, magari per anni, una persona ferita. (FP)

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