07/06/2020, 12.37
VATICANO
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Papa: Trinità è Amore che vuole salvare e ricreare il mondo

Per la prima volta dopo tre mesi, papa Francesco celebra l’Angelus dalla finestra del suo studio e i fedeli sono radunati in piazza, con mascherine e a distanza di sicurezza. “E oggi pensando a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, pensiamo all’amore e pensiamo al fatto di sentirci amati”. La pandemia miete vittime ancora in molti Paesi, come il Brasile (non nominato). La devozione al Cuore di Gesù, unisce “i grandi maestri spirituali e la gente semplice del popolo di Dio”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il mistero della Trinità – la festa liturgica di oggi – è “Amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare”. Così papa Francesco ha introdotto la preghiera dell’Angelus oggi, ritornata oggi ad essere celebrata dalla finestra del suo studio, coi fedeli radunati in piazza san Pietro. È la prima volta, dopo oltre tre mesi a causa della quarantena, che qualche centinaio di fedeli torna nella piazza al momento dell’Angelus: tutti sono rigorosamente con la mascherina e a distanza fra loro.

Il papa commenta soprattutto una frase del vangelo di oggi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Giovanni 3,16). “Queste parole – ha detto - stanno a indicare che l’azione delle tre Persone divine – Padre, Figlio e Spirito Santo – è tutta un unico disegno d’amore che salva l’umanità e il mondo”.

“Dio Padre ama talmente il mondo che, per salvarlo, dona ciò che ha di più prezioso: il Figlio unigenito, il quale dà la sua vita per gli uomini, risorge, torna al Padre e insieme a Lui manda lo Spirito Santo. La Trinità è dunque Amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare. E oggi pensando a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, pensiamo all’amore e pensiamo al fatto di sentirci amati”.

Francesco ha invitato tutti a lasciarsi “affascinare dalla bellezza di Dio; bellezza, bontà e verità inesauribile. Ma anche umile, vicina, che si è fatta carne per entrare nella nostra vita, nella nostra storia, nella mia storia, nella storia di ciascuno di noi, perché ogni uomo e donna possa incontrarla e avere la vita eterna. E questo è la fede: accogliere Dio-Amore che si dona in Cristo, ci fa muovere nello Spirito Santo, lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui”.

“La Vergine Maria – ha concluso - dimora della Trinità, ci aiuti ad accogliere con cuore aperto l’amore di Dio, che ci riempie di gioia e dà senso al nostro cammino in questo mondo, orientandolo sempre alla meta che è il Cielo”.

Dopo la preghiera mariana, il pontefice si è rallegrato per “la piccola presenza” di romani e pellegrini in piazza, “segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia è superata”, anche se è ancora necessario “seguire con cura le norme vigenti”. Ma ha anche ricordato che “in altri Paesi, il virus sta facendo ancora tante vittime. Venerdì scorso in un Paese è morto uno al minuto”. Il papa non ha citato alcun Paese, anche se è intuibile che egli parlasse del Brasile.  La scorsa settimana, aveva ricordato i popoli dell’Amazzonia nella tragedia della pandemia. “Desidero – ha poi aggiunto - esprimere la mia vicinanza a quelle popolazioni, ai malati e ai loro familiari, e a tutti coloro che se ne prendono cura”.

Egli ha poi invitato alla devozione al Cuore di Gesù, a cui è dedicato il mese di giugno, “una devozione – ha spiegato - che accomuna i grandi maestri spirituali e la gente semplice del popolo di Dio. In effetti, il Cuore umano e divino di Gesù è la fonte dove sempre possiamo attingere la misericordia, il perdono, la tenerezza di Dio. Possiamo farlo soffermandoci su un passo del Vangelo, sentendo che al centro di ogni gesto, di ogni parola di Gesù c’è l’amore, l’amore del Padre che ha inviato il suo Figlio, che ha inviato lo Spirito che è presente dentro di noi. E possiamo farlo adorando l’Eucaristia, dove questo amore è presente nel Sacramento. Allora anche il nostro cuore, a poco a poco, diventerà più paziente, più generoso, più misericordioso, a imitazione del Cuore di Gesù”.

E ha fatto ripetere ai fedeli una preghiera che lui ha imparato da piccolo da sua nonna: “Gesù, fa’ che il mio cuore sia simile al tuo”.

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