25/11/2021, 13.10
VATICANO
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Papa: ancora troppi pregiudizi verso i disabili che ‘sono Chiesa’

Messaggio per la Giornata internazionale delle persone con disabilità. “La Chiesa vi ama e ha bisogno di ognuno di voi per compiere la sua missione al servizio del Vangelo”. “Il Direttorio per la Catechesi ha affermato in maniera esplicita che «nessuno può rifiutare i Sacramenti alle persone con disabilità”. “Cari fratelli e sorelle la vostra preghiera è oggi più urgente che mai. Santa Teresa d’Avila ha scritto che "in tempi difficili sono necessari forti amici di Dio a sostegno dei deboli”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Le persone con disabilità “sono Chiesa” e non solo non vanno discriminate in alcun ambito, ma a esse che certamente hanno sofferto in modo particolare per la pandemia, papa Francesco affida “in maniera speciale” la preghiera per un mondo che sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Si intitola «Voi siete miei amici» (Gv 15,14) il messaggio di Francesco per la Giornata internazionale delle persone con disabilità, che sarà celebrata il 3 dicembre, pubblicato oggi.

Rivolgendosi direttamente alle persone con disabilità, il Papa scrive che “la Chiesa vi ama e ha bisogno di ognuno di voi per compiere la sua missione al servizio del Vangelo” e, aggiunge, “Gesù è nostro amico”. Sono i concetti centrali del documento.

La Chiesa, afferma dunque Francesco, “è la vostra casa”. “Per questo anche ognuno di voi è chiamato a portare il proprio contributo al percorso sinodale. Sono convinto che, se esso sarà davvero «un processo ecclesiale partecipato e inclusivo», la comunità ecclesiale ne uscirà realmente arricchita”. “Il Battesimo – ribadisce Francesco - rende ognuno di noi membro a pieno di titolo della comunità ecclesiale e dona a ciascuno, senza esclusioni né discriminazioni, la possibilità di esclamare: ‘Io sono Chiesa!’. La Chiesa, infatti, è la vostra casa! Noi, tutti insieme, siamo Chiesa perché Gesù ha scelto di essere nostro amico”. Ciò esclude ogni forma di discriminazione, anche quella che vede alcuni disabili esclusi dai sacramenti. “La discriminazione – scrive infatti Francesco - è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale; essa si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona. In particolare, considerare ancora la disabilità – che è il risultato dell’interazione tra le barriere sociali e i limiti di ciascuno – come se fosse una malattia, contribuisce a mantenere separate le vostre esistenze e ad alimentare lo stigma nei vostri confronti. Per quel che concerne la vita della Chiesa, «la peggiore discriminazione [...] è la mancanza di attenzione spirituale» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 200), che a volte si è manifestata nel diniego di accedere ai Sacramenti, sperimentato purtroppo da alcuni di voi. Il Magistero è molto chiaro in merito e, di recente, il Direttorio per la Catechesi ha affermato in maniera esplicita che «nessuno può rifiutare i Sacramenti alle persone con disabilità» (n. 272)”.

“L’amicizia di Gesù – prosegue il messaggio - ci protegge nel tempo della prova”. So bene, aggiunge, che la pandemia “ha avuto e continua ad avere ripercussioni molto dure sulla vita di molti di voi. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di rimanere per lunghi periodi in casa; alla difficoltà di molti studenti con disabilità ad accedere agli strumenti di didattica a distanza; ai servizi alla persona che in molti Paesi sono stati a lungo interrotti; e a molti altri disagi che ciascuno di voi ha dovuto affrontare. Ma, soprattutto, penso a quanti di voi vivono all’interno di strutture residenziali e alla sofferenza che ha comportato la separazione forzata dai vostri cari. In questi luoghi il virus è stato molto violento e, nonostante la dedizione del personale, ha mietuto troppe vittime. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sono vicini in maniera particolare, con affetto e tenerezza!”.

In quanto amico di Gesù, afferma poi Francesco, “il Vangelo è anche per te! È una Parola rivolta ad ognuno, che consola e, nello stesso tempo, chiama alla conversione. Il Concilio Vaticano II, parlando della chiamata universale alla santità, insegna che «tutti coloro che credono nel Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità [...]”. E ricordando che “nei Vangeli Gesù ascolta chi si rivolge a Lui anche in maniera apparentemente inadeguata, magari solo attraverso un gesto (cfr Lc 8,44) o un grido (cfr Mc 10,46)” Francesco scrive che “nella preghiera c’è una missione accessibile ad ognuno e ve la vorrei affidare in maniera speciale. Non c’è nessuno così fragile da non poter pregare, adorare il Signore, dare gloria al suo Nome santo e intercedere per la salvezza del mondo. Di fronte all’Onnipotente ci scopriamo tutti uguali. Cari fratelli e sorelle – conclude - la vostra preghiera è oggi più urgente che mai. Santa Teresa d’Avila ha scritto che «in tempi difficili sono necessari forti amici di Dio a sostegno dei deboli»”.

Il messaggio, ha sostenuto Vittorio Scelzo, incaricato per la pastorale degli anziani e delle persone con disabilità del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, alla presentazione del messaggio, “è rivolto alle persone con disabilità, ma invita anche ciascuno di noi ad aprirsi all'ascolto e a fare un pezzo di strada insieme a loro. È quello che il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha voluto fare con la campagna #IamChurch, Io sono Chiesa, che lanceremo il prossimo 6 dicembre. Sono cinque video, cinque piccoli viaggi nell'esperienza ecclesiale di alcuni cristiani con disabilità provenienti da differenti Paesi del mondo. Racconteranno il lavoro di evangelizzazione portato avanti da alcuni giovani sordi in Messico, il monastero dove in Francia alcune suore con sindrome di Down vivono la loro vocazione, il gruppo di giovani italiani con disabilità intellettiva che partecipano alle Giornate Mondiali della Gioventù e tanto altro”.

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