11/12/2022, 12.48
VATICANO
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Papa: l’Avvento scuota i nostri pregiudizi su Dio e sui fratelli

In piazza San Pietro all'Angelus la benedizione dei Bambinelli: "Pregate perché porti un raggio di pace al mondo intero". Appello alla riconciliazione dopo i nuovi scontri in Sud Sudan, dove il pontefice è atteso all'inizo di febbraio. Il saluto alle genti di montagna da cui imparare "il senso di comunità e la capacità di camminare insieme".

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Dio è sempre più grande di come lo immaginiamo; le opere che compie sono sorprendenti rispetto ai nostri calcoli; il suo agire è diverso, supera i nostri bisogni e le nostre attese; e perciò non dobbiamo mai smettere di cercarlo e di convertirci al suo vero volto”. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli presenti in piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, nella domenica in cui - con i ragazzi degli oratori romani - ha rinnovato il gesto della benedizione delle statue di Gesù Bambino per i loro presepi.

“Pregatelo perché porti un raggio di pace al mondo intero - è tornato a ripetere loro Francesco - e specialmente nella guerra in Ucraina che distrugge tante vite e tanti bambini”. Ma insieme ha lanciato anche un appello per le popolazioni africane del Sud Sudan - Paese che il pontefice si appresta a visitare all’inizio di febbraio insieme all’arcivescovo di Canterbury e al moderatore della Chiesa di Scozia - dove nei giorni scorsi sono riesplosi violenti scontri. “Cessino gli attacchi e siano risparmiati i civili”, ha detto il papa.

Prima della preghiera dell’Angelus, commentando il brano del Vangelo proposto oggi dalla liturgia, si era soffermato su Giovanni il Battista che – nell’oscurità del carcere – è colto dal dubbio se Gesù sia davvero il Messia. “Ci meraviglia – ha osservato - che ciò accada proprio a Giovanni, il quale aveva battezzato Gesù nel Giordano e lo aveva indicato ai suoi discepoli come l’Agnello di Dio. Anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio. E non è un male, anzi, talvolta è essenziale per la crescita spirituale”.

Francesco ha citato in proposito le parole del teologo Henri de Lubac, quando diceva che Dio “occorre riscoprirlo a tappe… talvolta credendo di perderlo”. “Così fa il Battista – ha commentato il papa - nel dubbio, lo cerca ancora, lo interroga, ‘discute’ con Lui e finalmente lo riscopre”. Ma anche noi – ha aggiunto – “a volte possiamo trovarci nella sua situazione, in un carcere interiore, incapaci di riconoscere la novità del Signore, che forse teniamo prigioniero della presunzione di sapere già tanto su di Lui. Magari viene anche a noi da dirgli: ‘Sei davvero Tu, così umile, il Dio che viene a salvarci?’. Non capisco. E può capitarci qualcosa di simile anche con i fratelli: abbiamo le nostre idee, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri delle rigide etichette”.

Di qui l’invito a vivere l’Avvento come “un tempo di ribaltamento di prospettive, dove lasciarci stupire dalla grandezza della misericordia di Dio”; “un tempo in cui, anziché pensare ai regali per noi, possiamo donare parole e gesti di consolazione a chi è ferito, come ha fatto Gesù con i ciechi, i sordi e gli zoppi”.

Nei saluti ai fedeli il papa infine ha citato la figura della giovane Isabel Cristina Mrad Campos, morta a 20 anni nel 1982 “in odio alla fede e per aver difeso la sua dignità di donna”, proclamata beata ieri in Brasile . “Possa stimolare i giovani – ha aggiunto - a rendere generosa testimonianza di fede e gioia del Vangelo”. Ricordando poi l’odierna Giornata mondiale della montagna – che pone al centro quest’anno il contributo delle donne – Francesco ha esortato a imparare dalla gente di montagna “il senso di comunità e la capacità di camminare insieme”.

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