28/06/2016, 13.27
VATICANO
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Papa: la misericordia sia “il criterio” dei rapporti tra cattolici e ortodossi

Francesco ha ricevuto la delegazione del Patriarcato ecumenico venuta a Roma per l solennità di santi Pietro e Paolo. “La misericordia stessa ci libera dal peso di un passato segnato da conflitti e ci permette di aprirci al futuro verso il quale lo Spirito Santo ci guida”. Il ricordo della visita a Lesbo anche in una lettera di Bartolomeo.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Tra cattolici e ortodossi ci sono “differenze” nella liturgia, “nelle discipline ecclesiastiche e anche nel modo di formulare l’unica verità rivelata”, ma alla base di tutto “vi è sempre la stessa esperienza dell’amore infinito di Dio per la nostra piccolezza e fragilità e la medesima vocazione ad essere testimoni di tale amore verso tutti”. Far diventare la misericordia “il criterio” dei rapporti tra cattolici e ortodossi è stato il punto centrale del saluto che papa Francesco ha rivolto alla delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, giunta come di tradizione a Roma in occasione della solennità dei apostoli Pietro e Paolo.

La delegazione, guidata dal metropolita di Boston Methodios, ha portato una lettera del patriarca ecumenico Bartolomeo al Papa, che ha invitato a pranzo gli ortodossi.

Nel suo saluto il Papa ha affermato che “se, come cattolici e ortodossi, vogliamo proclamare insieme le meraviglie della misericordia di Dio al mondo intero, non possiamo conservare tra noi sentimenti e atteggiamenti di rivalità, di sfiducia, di rancore. La misericordia stessa ci libera dal peso di un passato segnato da conflitti e ci permette di aprirci al futuro verso il quale lo Spirito Santo ci guida”.

“Un contributo al superamento degli ostacoli che impediscono di ritrovare quella unità che abbiamo vissuto nel primo millennio – ha proseguito - e che non è mai stata uniformità, ma sempre comunione nel rispetto delle legittime diversità, è offerto dal dialogo teologico”. In proposito Francesco ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro della Consulta teologica ortodossa-cattolica del Nord America e si è detto lieto perché “nel prossimo mese di settembre si riunirà nuovamente la Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa. Il compito di questa Commissione è molto prezioso; preghiamo il Signore che il suo lavoro prosegua in modo fruttuoso”.

Il Papa ha anche ricordato la visita a profughi e migranti compiuta insieme con Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene Ieronymo II a Lesbo nell’aprile scorso (nella foto). “Guardare la disperazione sul volto di uomini, donne e bambini incerti sul loro destino, ascoltare impotenti il racconto delle loro sventure e fermarsi in preghiera sulla riva di quel mare che ha inghiottito la vita di tanti esseri umani innocenti è stata un’esperienza molto commovente, che ha confermato quanto vi sia ancora da fare per assicurare dignità e giustizia a tanti fratelli e sorelle. Una grande consolazione, in quei momenti così tristi, è stata la forte vicinanza umana e spirituale che ho sperimentato con il Patriarca Bartolomeo e l’Arcivescovo Ieronymo. Guidati dallo Spirito Santo, stiamo prendendo sempre più coscienza che noi, cattolici e ortodossi, abbiamo una comune responsabilità nei confronti di chi è nel bisogno, in obbedienza all’unico Vangelo di Gesù Cristo nostro Signore. Assumere insieme tale responsabilità è un dovere che tocca la credibilità stessa del nostro essere cristiani”.

La visita a Lesbo è ricordata anche dal patriarca Bartolomeo che in proposito nella sua lettera afferma la necessità di una “soluzione sicura e pacifica alla più grande crisi umanitaria dalla fine della Seconda guerra mondiale”. “L’attuale crisi dei rifugiati e dei migranti – scrive ancora Bartolomeo - ha dimostrato la necessità per le nazioni europee di affrontare questo problema sulla base degli antichi principi cristiani di fraternità e di giustizia sociale”.

 

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