20/10/2021, 10.52
VATICANO
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Papa: libertà non è ‘ognuno per sé’, ma si realizza nella carità, nel servizio agli altri

“Sappiamo che una delle concezioni moderne più diffuse sulla libertà è questa: ‘la mia libertà finisce dove comincia la tua’. Ma qui manca la relazione! È una visione individualistica. Invece, chi ha ricevuto il dono della liberazione operata da Gesù non può pensare che la libertà consista nello stare lontano dagli altri, sentendoli come fastidi, non può vedere l’essere umano arroccato in sé stesso, ma sempre inserito in una comunità”. Il fuori programma del ragazzino seduto accanto a Francesco.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La libertà del cristiano non è individualistica, non finisce dove comincia quella dell’altro, ma ha una dimensione sociale, comunitaria: “diciamo e crediamo che gli altri non sono un ostacolo alla mia libertà, ma la possibilità per realizzarla pienamente. Perché la nostra libertà nasce dall’amore di Dio e cresce nella carità”. La libertà si realizza nella carità è stato il tema del quale papa Francesco ha parlato all’udienza generale di oggi.

Un incontro iniziato con il fuori programma di un bambino che si è avvicinato a Francesco e si è anche seduto, per qualche istante vicino al Papa, sulla sedia lasciatagli da un sorridente padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia. Il Papa ha ringraziato per la “lezione di libertà” data dal ragazzino. “Mi è venuto in mente – ha detto - quello che Gesù diceva sulla spontaneità e la libertà dei bambini, quando questo bambino ha avuto la libertà di avvicinarsi e muoversi come se fosse a casa sua … E Gesù ci dice: ‘Anche voi, se non vi fate come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli’. Il coraggio di avvicinarsi al Signore, di essere aperti al Signore, di non avere paura del Signore: io ringrazio questo bambino per la lezione che ha dato a tutti noi”.

Nella sua catechesi, continuando il ciclo sulla Lettera di Paolo ai Galati, il Papa ha dunque parlato di quel è nella Lettera “il cuore” della libertà. Essa “non è un vivere libertino, secondo la carne ovvero secondo l’istinto, le voglie individuali e le proprie pulsioni egoistiche; al contrario, la libertà di Gesù ci conduce a essere – scrive l’Apostolo – «a servizio gli uni degli altri». La libertà in Cristo ha qualche dimensione di schiavitù, ci mette a servizio degli altri. La vera libertà, in altre parole, si esprime pienamente nella carità. Ancora una volta ci troviamo davanti al paradosso del Vangelo: siamo liberi nel servire; ci troviamo pienamente nella misura in cui ci doniamo; possediamo la vita se la perdiamo (cfr Mc 8,35). Ma come si spiega questo paradosso? La risposta dell’Apostolo è tanto semplice quanto impegnativa: «mediante l’amore» (Gal 5,13). Non c’è libertà senza amore, libertà egoistica. È l’amore di Cristo che ci ha liberati ed è ancora l’amore che ci libera dalla schiavitù peggiore, quella del nostro io; perciò la libertà cresce con l’amore. Ma attenzione: non con l’amore intimistico, da telenovela, non con la passione che ricerca semplicemente quello che ci va e ci piace, ma con l’amore che vediamo in Cristo, la carità: questo è l’amore veramente libero e liberante. È l’amore che risplende nel servizio gratuito, modellato su quello di Gesù, che lava i piedi ai suoi discepoli”.

“Per Paolo dunque – ha ribadito - la libertà non è ‘fare quello che pare e piace’. Questo tipo di libertà, senza un fine e senza riferimenti, sarebbe una libertà vuota. E infatti lascia il vuoto dentro: quante volte, dopo aver seguito solo l’istinto, ci accorgiamo di restare con un grande vuoto dentro e di aver usato male il tesoro della nostra libertà, la bellezza di poter scegliere il vero bene per noi e per gli altri”. “Solo questa libertà è piena, concreta, e ci inserisce nella vita reale di ogni giorno. In un’altra lettera, la prima ai Corinzi, l’Apostolo risponde a chi sostiene un’idea sbagliata di libertà. «Tutto è lecito!», dicono questi. «Sì, ma non tutto giova», risponde Paolo. «Tutto è lecito!» - «Sì, ma non tutto edifica», ribatte l’Apostolo. Il quale poi aggiunge: «Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri» (1 Cor 10,23-24). Questa è la regola per smascherare qualsiasi libertà egoistica”.

“A chi è tentato di ridurre la libertà solo ai propri gusti, Paolo pone dinanzi l’esigenza dell’amore. La libertà guidata dall’amore è l’unica che rende liberi gli altri e noi stessi, che sa ascoltare senza imporre, che sa voler bene senza costringere, che edifica e non distrugge, che non sfrutta gli altri per i propri comodi e fa loro del bene senza ricercare il proprio utile. Insomma, se la libertà non è a servizio del bene rischia di essere sterile e non portare frutto. Invece, la libertà animata dall’amore conduce verso i poveri, riconoscendo nei loro volti quello di Cristo. Perciò il servizio degli uni verso gli altri permette a Paolo, scrivendo ai Galati, di fare una sottolineatura niente affatto secondaria: parlando della libertà che gli altri Apostoli gli diedero di evangelizzare, sottolinea che gli raccomandarono solo una cosa: di ricordarsi dei poveri (cfr Gal 2,10)”.

“Sappiamo invece che una delle concezioni moderne più diffuse sulla libertà è questa: ‘la mia libertà finisce dove comincia la tua’. Ma qui manca la relazione! È una visione individualistica. Invece, chi ha ricevuto il dono della liberazione operata da Gesù non può pensare che la libertà consista nello stare lontano dagli altri, sentendoli come fastidi, non può vedere l’essere umano arroccato in sé stesso, ma sempre inserito in una comunità. La dimensione sociale è fondamentale per i cristiani, e consente loro di guardare al bene comune e non all’interesse privato. Soprattutto in questo momento storico, abbiamo bisogno di riscoprire la dimensione comunitaria, non individualista, della libertà: la pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma non basta saperlo, occorre sceglierlo ogni giorno concretamente. Diciamo e crediamo che gli altri non sono un ostacolo alla mia libertà, ma la possibilità per realizzarla pienamente. Perché la nostra libertà – ha concluso - nasce dall’amore di Dio e cresce nella carità”.

Un concetto ripreso nel saluto ai fedeli di lingue araba, quando ha detto: “La pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma non basta saperlo, occorre sceglierlo ogni giorno concretamente. Diciamo e crediamo che gli altri non sono un ostacolo alla mia libertà, ma la possibilità per realizzarla pienamente. Perché la nostra libertà nasce dall’amore di Dio e cresce nella carità”.

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