30/10/2009, 00.00
SRI LANKA
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Pescatori di Batticaloa alla fame a causa di pesca illegale e siccità

di Melani Manel Perera
La polizia permette metodi di pesca vietati dalla legge e non punisce i trasgressori. I ricavi ridotti da 2 mila rupie a 50.
Batticaloa (AsiaNews) - I piccoli pescatori della laguna di Batticaloa sono quasi alla fame. La siccità ed il diffondersi di metodi illegali di pesca, tollerati dalle autorità locali, stanno azzerando i loro già magri guadagni.
 
Da molti mesi non piove sulla zona costiera della North Eastern Province e il livello dell’acqua della laguna si è abbassato a tal punto da far affiorare i sassi dal fondo e rendere impossibile la pesca in molte zone. Ma a colpire la settantina di pescatori dei villaggi dell’area e le loro famiglie non c’è solo l’imponderabile legge della natura. Anche la trasgressione della legge dell’uomo, con il beneplacito delle autorità locali, contribuisce ad aggravare la situazione.
 
“Il problema principale – spiega ad AsiaNews Nagarasa Sivanesharasaa, segretario della Cooperativa dei pescatori di Mattakkali - sono i metodi illegali che vengono usati da molte persone nella nostra zona”. Reti circolari ed altri strumenti invasivi hanno un impatto ambientale devastante sulla flora marina e ne decimano la fauna.
 
Il primo divieto a questi metodi di pesca risale al 1996 e nel 21 luglio 2009 la normativa è stata riconfermata con validità su tutto il Paese. Eppure sulle coste del distretto di Batticaloa vige un’illegalità diffusa. I pescatori puntano l’indice contro le autorità accusandole di connivenza. I responsabili della  National Fisheries Solidarity Movement(Nafso) affermano che questo “è un chiaro esempio del bisogno di democrazia nel Paese: le legge deve tornare ad essere rispettata” .
 
Nalliya Yoganayagam, pescatore della zona con quattro bambini da mantenere, è distrutto: “L’anno scorso guadagnavo circa 2mila rupie al giorno [circa 11 euro, ndr], ma ieri ne ho portate a casa solo 500 e oggi 50”.
 
I pescatori della zona tra Kalladi e Navalladi affermano: “Ci sono circa 500 pescatori che in mare usano strumenti e metodi illegali. Il dipartimento della pesca ha anche comunicato il divieto ma con il benestare della polizia e dell’esercito continuano ad usarli senza problemi”. Timorosi di ritorsioni i pescatori non vogliono rivelare i loro nomi né essere fotografati. Ddicono che “i divieti non contano per gli amici delle autorità” e aggiungono: “Nove pescatori sono stati fermati la settimana scorsa per pesca illegale. Li hanno portati anche in tribunale, ma non gli hanno fatto nulla”.
 
Grazie ai metodi vietati i pescatori fuori legge vanno in alto mare e fanno razzia di pesci lasciando a bocca asciutta chi rispetta la regole e si mantiene entro i quattro chilometri concessi dalle autorità.
 
Herman Kumara, segretario del Nafso, afferma: “Abbiamo solo bisogno che questa pesca illegale venga fermata e siano rispettati i divieti già sanciti dalla legge”. La vicenda di Batticaloa “è un altro esempio della condizione dello stato di diritto nel Paese”, dice Kumara. Secondo quanto prestabilito dalla Corte suprema (vedi AsiaNews, 24/07/2009, “Sri Lanka, i pescatori artigianali vincono la guerra: bandite le tecniche invasive”) i trasgressori devono essere denunciati alla polizia che poi provvede ad informare l’autorità giudiziaria. “Ora che è la stessa polizia che aiuta chi viola la legge – dice il segretario del Nafso - come possiamo fidarci e nello stesso tempo accusare la medesima autorità?”.
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