19/11/2015, 00.00
BANGLADESH
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Pime: Più che l’Isis, il movente è politico nell’attentato al missionario in Bangladesh

P. Piero Parolari è in fase di recupero nell’ospedale militare di Dhaka. Gli estremisti dello Stato islamico rivendicano il tentato omicidio su Twitter. L’ambasciatore italiano in Bangladesh “non crede agli attentati dell’Isis” ma sottolinea la tensione politica nel Paese. AsiaNews pubblica il comunicato della Segreteria Generale del Pime.

Dhaka (AsiaNews) – Mentre p. Piero Parolari sacerdote missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), è in fase di recupero in seguito al tentato assassinio di cui è rimasto vittima ieri, in queste ore è emersa una rivendicazione della sua aggressione da parte dell’Isis.

Quest’oggi la Segreteria Generale del Pime ha diffuso un comunicato in cui precisa la dinamica dell’attentato e cita l’ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma, il quale afferma “di non credere alla ipotesi di una serie di attacchi organizzati dall’Isis, ma più al tentativo di seminare il caos in queste ore di attesa del verdetto contro due politici dell'opposizione accusati di crimini contro l'umanità”. L’opinione dell’ambasciatore è condivisa anche fonti cattoliche interpellate da AsiaNews.

Ecco di seguito il comunicato.

Ieri mattina (18 novembre 2015), padre Piero Parolari, missionario medico del PIME in Bangladesh, è stato gravemente ferito a Dinajpur, circa 350 km dalla capitale Dhaka. Stava andando, in bicicletta, verso il Medical College di Dinajpur per trovare un malato e per alcuni esami clinici. La dinamica dell’incidente non è chiara. A colpire pare sia stato il passeggero di una motocicletta che lo aveva affiancato. La caduta dalla bicicletta per padre Piero che viaggiava spedito è stata rovinosa.

Soccorso dalla gente, è stato portato al Medical College da un tassista di triciclo elettrico. I confratelli, avvertiti, lo hanno raggiunto in ospedale. Padre Piero dava segno di essere cosciente e capire. Sommariamente medicato in sala operatoria, gli è stata poi effettuata una TAC, trovando lesioni ossee facciali. Dopo lunghe consultazioni fra medici, il Vescovo e alcuni confratelli, il primario ha deciso di dimetterlo per farlo trasportare a Dhaka. Un intervento dell’Ambasciata italiana e della Nunziatura ha reso più spedito il reperimento di un elicottero dell’aviazione militare, per evitargli 8 o 9 ore di viaggio su strade piene di traffico e spesso sconnesse.

Nel pomeriggio, accompagnato dal regionale padre Michele Brambilla, è arrivato a Dhaka dove è stato ricoverato al “Combined Military Hospital”, uno dei migliori ospedali di Dhaka.

Dopo visite ed esami, i medici hanno trovato che aveva anche tre costole rotte e lo hanno dichiarato fuori pericolo. Ha molti dolori per i postumi della caduta ed è in cura con antibiotici per prevenire infezioni.

Questo attentato segue quelli del cooperante Italiano Tavella del cooperante giapponese. Ma l’ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma, ha detto di non credere alla ipotesi di una serie di attacchi organizzati dall'Isis, ma più al tentativo di seminare il caos in queste ore di attesa del verdetto contro due politici dell'opposizione accusati di crimini contro l'umanità.

Padre Franco Cagnasso dal Bangladesh assicura che tutti gli altri missionari stanno bene. Per Dinajpur, la polizia presidia giorno e notte il cancello di entrata della missione e ha detto loro che sono liberi di andare dove vogliono, ma devono essere accompagnati da un poliziotto. In alcune missioni i cristiani si sono offerti di fare loro stessi turni di protezione al missionario, notte e giorno, e di accompagnarlo quando deve visitare i villaggi.

La Direzione Generale del PIME, a nome di tutto l’Istituto, esprime vicinanza e solidarietà a padre Piero e alla sua famiglia.

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