26/09/2022, 12.54
CINA
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Resi noti i delegati al 20° Congresso del Partito comunista: nessuna sorpresa

Finiti ormai i preparativi per l’evento. Nonostante “voci” di colpi di Stato, il rinnovo dei vertici del potere dovrebbe avvenire senza traumi, con Xi Jinping ancora al timone. Falco nazionalista dà vita a insolito dibattito online sulla pandemia da Covid-19, in cui si chiede più “trasparenza”.

Pechino (AsiaNews) – I media di Stato hanno pubblicato oggi la lista dei 2.296 delegati che parteciperanno dal 16 ottobre al 20° Congresso del Partito comunista cinese. I partecipanti dovranno nominare il nuovo Comitato centrale e i due organi decisionali del regime: il Politburo e il suo Comitato permanente.

Il fatto che tra i delegati ci sia Xi Jinping, senza particolari sorprese nell’elenco finale, smentiscono sulla carta le “voci” circolate sul web negli ultimi giorni di un possibile colpo di Stato in corso nel Paese, con il presidente cinese finito agli arresti. Gli unici due personaggi di peso esclusi dal Congresso sono Zhang Xiaoming, ex vice direttore dell’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao, e l’ex vice procuratore generale Ying Yong.                

Con ogni probabilità il dibattito sulla distribuzione del potere tra le diverse fazioni del Partito è stato più accesso di quanto previsto, ma Xi dovrebbe riuscire a ottenere un nuovo mandato al potere: una deroga al limite dei due quinquenni alla guida dello Stato, del Pcc e delle Forze armate, prassi consolidata da più di 30 anni.

Osservatori fanno notare che l’annuncio della data di apertura del Congresso e quello della nomina dei delegati  possono significare che i giochi sono fatti e che l’evento si svolgerà senza problemi. I preparativi a Pechino sono in corso: aumentate soprattutto le misure di sicurezza e i controlli per il Covid-19.

In questo quadro di apparente tranquillità, colpisce però l’uscita pubblica di Hu Xijin sull’emergenza pandemica in Cina. L’ex direttore del governativo Global Times, noto per essere un falco nazionalista, ha pubblicato ieri un post su Weibo (una sorta di Twitter cinese) in cui chiede ai medici di parlare in modo aperto sull’argomento e di condurre ricerche esaustive da condividere con il pubblico.

Il messaggio di Hu ha ricevuto più di 34mila like e ha dato vita a un dibattito che le autorità non hanno censurato: un caso insolito dato che le discussioni sul Covid-19 sono di solito censurate.

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