06/05/2010, 00.00
NEPAL
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Rischio guerra civile in Nepal, l’Onu invita il governo a risolvere la situazione

di Kalpit Parajuli
I maoisti in sciopero bloccano il Paese e costringono la popolazione a stare nelle proprie abitazioni. Prime proteste contro la manifestazione in alcune aree del Paese per l’aumento di 5 volte del prezzo di frutta e verdura e il blocco di scuole, fabbriche e uffici. Ieri i sostenitori del governo hanno aperto il fuoco contro i manifestanti, ferendo alcune persone.

Kathmandu (AsiaNews)Centinaia di migliaia di maoisti in sciopero dallo scorso 1° maggio bloccano il Nepal, imponendo la chiusura di scuole, negozi e fabbriche. Nella capitale è ormai impossibile trovare cibo e il prezzo degli ortaggi è salito di quasi 5 volte. La popolazione è bloccata in casa e in alcune aree del Paese ha iniziato a protestare contro lo sciopero, organizzato per chiedere le dimissioni del governo e la firma della nuova costituzione. Oggi i delegati dell’Unione europea e dell’Onu, preoccupati per la situazione, hanno chiesto al primo ministro Madhav Kumar Nepal di giungere a un accordo entro questo fine settimana. Ieri l’ala giovane del Communist Party of Nepal-Unified Marxist e Leninist, sostenitori del governo, ha aperto il fuoco sulla folla ferendo alcuni manifestanti. 

Dinanath Sharma, portavoce dei maoisti, afferma ad AsiaNews: “Possiamo tollerare gli attacchi contro i nostri membri, ma non possiamo andare avanti ancora molto su questa strada”. Il portavoce dichiara che i maoisti proclameranno la costituzione popolare facendo irruzione nelle sedi governative se la loro voce continuerà a non essere ascoltata.

Il ministro dell’interno Bhim Rawal continua invece a minacciare l’uso della forza in caso di irruzioni nelle sedi amministrative. “Non possiamo consentire che avvengano atti di delegittimazione – afferma – se i maoisti proveranno a irrompere nelle sedi governative, useremo tutte le forze in nostro possesso, incluse le armi”.

Il rischio di una nuova guerra civile ha mosso la comunità internazionale. Oggi il segretario generale dell'Onu Ban Ki - Moon ha espresso in cumunicato la sua preoccupazione definendo critica la situazione nel Paese invitando maoisti e governo a giungere a una soluzione entro il fine settimana. Anche Cina e India hanno incontrato le rispettive parti avvertendo sul pericolo di un inasprimento dello scontro nella regione.  

 Lok Raj Baral, analista politico, dichiara ad AsiaNews: “Entrambe le parti devono creare consenso popolare e il primo ministro dovrebbe dimettersi per la sicurezza del Paese, altrimenti questo confronto potrebbe portare a un serio disastro politico”.  

Dopo secoli di monarchia e decenni di guerriglia, alla nascita della Repubblica nepalese (2006), l’Onu e il governo ad interim hanno elaborato un processo di pace che implica il disarmo delle milizie maoiste e il loro assorbimento nell’esercito. Nel 2008, guidati dal loro leader Prachanda, i maoisti hanno vinto le elezioni. Ma il presidente Ram Baran Yadav, timoroso del troppo potere dei maoisti, si è rifiutato fino ad ora di integrare gli ex ribelli nell’esercito. Il 4 maggio 2009 Prachanda si è dimesso dalla carica di primo ministro e guida ora le proteste

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