06/05/2013, 00.00
BANGLADESH
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Sacerdote Pime in Bangladesh: il Rana Plaza insegni che il profitto non può essere tutto

di p. Quirico Martinelli
Dal Bangladesh una lettera di p. Quirico Martinelli sulle ragazze legate al Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) morte nel crollo al Rana Plaza: si chiamavano Perpetua, Sikha, Sefali, Fojila e Mosuma. “Speriamo che questa tragedia serva da monito”.

Dinajpur (AsiaNews) - Il crollo del Rana Plaza avvenuto il 24 Aprile, a 30 Km dalla capitale Dhaka, ha coinvolto nel dolore e nella preoccupazione anche tutti noi, perché alcune delle nostre ragazze, provenienti dai villaggi della nostra zona, lavoravano in una delle ditte del palazzo crollato, la Phantom-Tac.
 
Questa ditta, originariamente della Spagna, ma ora in cooperazione con una ditta locale bengalese, cinque anni fa aveva iniziato la collaborazione con la nostra Novara Technical School, qui a Dinajpur, offrendo macchinari e pagando un istruttore, per aprire una sezione di maglieria nella nostra scuola.
 
In cinque anni, sono state una sessantina le ragazze che, dopo aver completato il corso di maglieria, hanno trovato lavoro nella zona di Dhaka, la capitale. I rapporti della nostra scuola con la ditta Phantom-Tac, ora quasi completamente bengalese, sono stati sempre molto corretti e cordiali. Ancora oggi la ditta paga l'istruttore e le macchine di maglieria qui alla scuola, fornendo anche la stoffa e il materiale per l'insegnamento. Quando le ragazze, dopo aver completato il corso, vanno a Dhaka per cercare lavoro, la ditta le ospita per due settimane gratuitamente per un supplemento di istruzione pratica, e poi le lascia libere se rimanere a lavorare nel suo stabilimento, oppure se andare in altre ditte della zona.
 
Infatti, attualmente erano solo una decina le nostre ragazze che lavoravano in questa ditta: le altre si sono sparse nelle fabbriche della zona. Questa ditta aveva affittato il quarto e il quinto piano del palazzo crollato. Purtroppo di cinque delle ragazze della nostra scuola - Perpetua, Sikha, Sefali, Fojila e Mosuma (tre cristiane e due musulmane) - non si hanno più notizie e dopo quasi 9 giorni, neanche speranze di ritrovarle vive. È stato un grande dolore per tutti noi.
 
C'erano più di 3mila persone nel palazzo crollato (qualcuno dice 6mila): più di 2mila sono state salvate; più di 600 corpi sono stati estratti dalle macerie; gli altri sono dichiarati dispersi. Ma i numeri sono solo indicativi e le cifre esatte non si sapranno forse mai. La speranza è che questa tragedia serva da monito.
 
In tutta la regione intorno alla capitale Dhaka, per un raggio di 50 Km, sono cresciute in questi ultimi anni centinaia di fabbriche tessili, provocando un esodo dai villaggi del Nord e rendendo la zona sempre più affollata e le strade impossibili da percorrere, in un traffico continuo, notte e giorno. Al Nord le fabbriche non sono venute a causa delle difficoltà dei trasporti.
 
Così, già da qualche anno in questa zona è stata aperta anche una nuova Missione, dedicata a "Gesù lavoratore", con la presenza dei padri e delle suore, per l'accoglienza e l'assistenza di questi giovani emigranti che, lasciati i villaggi, si recano per la prima volta nella città in cerca di lavoro. 

 

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