30/06/2014, 00.00
VIETNAM
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Saigon: Redentoristi in preghiera per la liberazione dell’attivista cattolico Đặng Xuân Diệu

di Thanh Thuy 

Egli è in carcere per reati di opinione; nel processo di è dichiarato innocente e ha iniziato uno sciopero della fame. I vertici della prigione impediscono l’incontro con i parenti, le sue condizioni di salute si stanno deteriorando. Dai sacerdoti solidarietà e attenzione alla vicenda, colpiti dal “dolore autentico” dei familiari, e condivisione delle “sofferenze”.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - I familiari dell'intellettuale e attivista cattolico Francis Đặng Xuân Diệu - prigioniero politico nelle carceri vietnamite - si sono rivolti ai padri Redentoristi di Ho Chi Minh City, per chiedere aiuto e sostegno nella battaglia volta a ottenerne la liberazione. L'uomo è stato arrestato nel luglio 2011 e condannato a 13 anni di prigione, più altri cinque di sorveglianza; assieme ad altri cristiani, egli è stato processato dal tribunale provinciale di Nghệ An per aver cercato di "rovesciare il governo del popolo" e di aver "violato l'art. 79 del Codice penale". Diệu è rinchiuso nella sezione K3 del campo numero 5 di Yên Định, nella provincia di Thanh Hóa. L'11 giugno scorso i parenti hanno cercato di incontrarlo in prigione, ma le guardie carcerarie hanno negato la visita; l'attivista ha promosso uno sciopero della fame e la sua salute si sta deteriorando con estrema rapidità. 

In passato Francis Dang Xuan Dieu - appartenente alla diocesi di Vinh - ha guidato le proteste dei nazionalisti vietnamiti, contro la politica "imperialista" di Pechino nel mar Cinese meridionale. Egli si è inoltre battuto a lungo per la scolarizzazione dei bambini, in particolare quelli poveri, e contro lo sfruttamento intensivo delle miniere di bauxite negli Altipiani centrali del Paese. L'intellettuale cattolico ha promosso anche campagne di sensibilizzazione per la liberazione del prigioniero politico Cù Huy Hà Vũ, del professor Phạm Minh Hoàng e di altri detenuti imprigionati per reati di opinione nelle carceri vietnamite. 

Il 16 maggio scorso il fratello maggiore di Diệu, il signor Hà, a nome di tutta la famiglia ha inviato una lettera al vescovo di Vinh, mons. Nguyễn Thái Hợp, per chiedere aiuto nel perorare la causa del prigioniero politico. Tuttavia, dalla diocesi non è arrivata alcuna risposta. Per questo, a qualche settimana di distanza, i familiari si sono rivolti ai Redentoristi di Saigon, incontrando il superiore provinciale p. Vincent Phạm Trung Thành e altri sacerdoti della comunità. 

Davanti ai giudici che lo processavano, l'attivista cattolico Francis Đặng Xuân Diệu (nella foto) ha rivendicato la propria innocenza: "Non sono colpevole" ha dichiarato l'uomo, perché "ho solo voluto manifestare il mio patriottismo". Egli ha aggiunto di aver partecipato ad "attività sociali" in aiuto dei poveri, in special modo i bambini, e di aver aderito a manifestazioni contro "l'espansionismo cinese". "Sono un cattolico vietnamita - ha concluso - e ho sempre pregato per la pace e la giustizia in Vietnam". 

Dopo aver ascoltato con attenzione la storia, i sacerdoti redentoristi hanno espresso ammirazione e solidarietà ai familiari per il coraggio mostrato dal loro congiunto. Il superiore provinciale p. Vincent Phạm Trung Thàn ha detto di sentirsi "colpito" dalla storia e dal "dolore autentico" dei familiari, dei quale ne "condivide" le "sofferenze". Egli ha aggiunto che "ogni mese preghiamo per i prigionieri di coscienza, per la pace e la giustizia in Vietnam". E ha concluso, rivolgendosi ai parenti: "Voi state combattendo per la verità, per la giustizia, e per la democrazia nel nostro Paese". 

Da tempo in Vietnam è in atto una campagna durissima del governo contro dissidenti, blogger, leader religiosi (fra cui buddisti), attivisti cattolici o intere comunità come successo lo scorso anno nella diocesi di Vinh, dove media e governo hanno promosso una campagna diffamatoria e attacchi mirati contro vescovo e fedeli. La repressione colpisce anche singoli individui, colpevoli di rivendicare il diritto alla libertà religiosa e al rispetto dei diritti civili dei cittadini. Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato decine di attivisti per crimini "contro lo Stato", in base a una norma che gruppi pro diritti umani bollano come "generiche" e "vaghe". 

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